Trentasei voti favorevoli, 14 contrari e 2 non votanti. Così, il Consiglio grande e generale, praticamente con i voti della maggioranza, ha dato il via libera alla Finanziaria. Non senza frizioni e un dibattito accesissimo che per giorni ha impegnato l’aula. Deficit di circa 27 milioni. Cosa che, sentendo il Partito dei socialisti e dei democratici richiede "un cambio di passo". Dicevamo del clima teso in aula. Che si respira a ogni emendamento passato al setaccio, ma anche nelle dichiarazioni di voto. Chiaramente e soprattutto dai banchi dell’opposizione. "I dati numerici sono incontrovertibili – sottolinea Nicola Renzi di Repubblica Futura – Sappiamo che il disavanzo conclamato è di circa 30 milioni ai quali si sommano forse altri 5 milioni e 800mila euro per l’Iss. Noi abbiamo proposto nove emendamenti che riguardavano asili nido, centri estivi, assegni familiari. Abbiamo individuato delle fasce di età che sono i giovani con figli, gli anziani, che dobbiamo assolutamente sostenere, certo magari in maniera proporzionale al reddito. Le nostre proposte non sono passate, noi continueremo ad illustrarle alla popolazione, le riproporremo nella legge ‘omnibus’". "Il dato politico – attacca l’ex segretario di Stato Fabio Righi di Domani Motus Liberi – è che la campagna elettorale è stata una immensa fandonia raccontata ai cittadini. Le posizioni espresse in quel contesto sono state radicalmente cambiate da alcune forze politiche. Registriamo che questa maggioranza non riesce ad avere un equilibrio: lo si evince dagli scontri fuori microfono, dalle cose minime. Oltre a ciò, una totale mancanza di prospettiva legata ad una pianificazione".
Posizioni radicalmente diverse sui banchi della maggioranza. "In questo bilancio abbiamo destinato fondi per opere pubbliche – sottolinea Matteo Rossi del Psd – Sulla questione sanità, abbiamo confermato gli impegni e aumentato gli stanziamenti. Ugolini ha parlato di cambio di metodo: condivido che l’approccio ha funzionato. Si è fatto un bilancio senza stressare il Parlamento in maratone senza senso trovando anche un punto di dialogo con l’opposizione che ha permesso un confronto umano e urbano". "Finalmente è chiaro – tuona Emanuele Santi di Rete – che i bilanci chiudono con una perdita. Spendiamo più di quello che incassiamo. Bisogna che ci mettiamo al tavolo e capiamo come mettere a posto le finanze dello Stato".