C’è ancora tanto da scrivere su Sergio Zavoli. Lo dimostra l’ultima biografia dedicata al giornalista (scomparso nel 2020), Sergio Zavoli. Maestro di televisione, linguaggio e stile scritta da Massimo Emanuelli, docente e speaker radiofonico. Il libro (edito da Gammarò) si apre con l’infanzia e l’adolescenza di Zavoli a Rimini, dove si trasferì con la famiglia all’età di quattro anni. Quelle estati in Riviera ad attendere "treni carichi di tedesche, con la scritta equivoca sui vagoni ‘Rimini-Ammore’". Gli anni al liceo Giulio Cesare, che formerà "il poeta acconciatosi al giornalismo". L’amicizia con Federico Fellini, al fianco del quale ha voluto essere sepolto.
L’introduzione al libro è di Massimo De Luca, allievo – riconoscente – di Zavoli. Ci sono le pagine del Corriere della sera, con il padre Gardo che l’obbligava a trascriverle su un "foglio bianco". E Clarina, la madre, che insisteva: "Questo figlio sarà un giornalista". Zavoli "diserta e resiste al fascismo" e le "sue mani scavano in una Rimini sepolta da un manto di macerie" durante la guerra. Lo Zavoli della mitica Publiphono, fondata a Rimini usando un po’ di cavi elettrici rubati, un giradischi africano, sei altoparlanti per diffondere il programma ’Voci nella città’, che "si spargeva fino a Covignano in base a come soffiava il vento". Lui, il cronista sportivo delle imprese della mitica Libertas Rimini. Zavoli fissa così l’immaginario collettivo della cronaca riminese, per poi sbarcare a Roma, convocato dalla Rai dopo un colloquio, casuale, con il padre di Walter Veltroni nel mitico caffè Forcellini. Ci sono le intuizioni, poi, con cui Zavoli unisce "il linguaggio popolare al colto", innovando il giornalismo con trasmissioni eterne come la Domenica sportiva, Tutto il calcio minuto per minuto e Tv7. Indro Montanelli lo incoronerà "il principe del giornalismo radiotelevisivo". Zavoli sarà anche presidente della Rai capace di "contrastare l’avvento di Mediaset". E "il socialista di Dio, umano e democristiano", sempre "osservante della deontologia senza mostrarsi mai fazioso". Nel libro si racconta anche lo Zavoli delle istituzioni, senatore stimato e temuto da tanti, compreso Matteo Renzi.
Emanuelli ha incontrato Zavoli una sola volta a Rimini, nell’estate del 2012. "Era di una disponibilità incredibile, sempre pronto ad ascoltare le ragioni dell’altro – dice l’autore della biografia – sia quando era lui ad intervistare che quando era lui l’intervistato". Le 350 pagine della biografia, corredata da 10 interviste inedite, verranno presentate presto a Rimini insieme alla figlia di Zavoli, Valentina. "Lui è stato tante cose: la politica interna e quella estera, la cronaca nera, tutto tranne però il gossip". Per questo, conclude Emanuelli, "Zavoli andrebbe studiato nelle scuole per raccontare la storia d’Italia. È stato il padre del documentario radiofonico moderno e del neorealismo radiofonico. Quando lo incontrai mi diede l’impressione di un elegante signore, preoccupato per l’imbarbarimento della nostra società e della politica. Chissà cosa penserebbe oggi. Ad avere persone come Zavoli, l’Italia funzionerebbe meglio".
Andrea G. Cammarata