LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

L’ultimo messaggio della mamma morta col figlio: "Non ce la faccio più a continuare così”

Le parole scritte da Graziana Helga Todaro su un biglietto di carta ritrovato poi dagli agenti della squadra mobile dentro la sua borsetta: “Vi prego, perdonatemi”. Il compagno ha confermato che la donna soffriva di depressione

Rimini, 6 luglio 2024 – “Mi dispiace, ma non ce la faccio più ad andare avanti. Vi prego di perdonarmi per quello che sto per fare". Questo, in sintesi, il succo delle parole, strazianti e dolorose, impresse da Graziana Helga Todaro, 40 anni, su un biglietto di carta ritrovato poi dagli agenti della squadra mobile di Rimini dentro la sua borsetta.

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Un messaggio dal quale traspare tutta la disperazione e lo sconforto della commessa di origine siciliana. Un dolore grande, impossibile da sopportare. Che alla fine l’ha spinta a commettere il più estremo dei gesti: salire sul tetto del palazzo in cui abitano i genitori, in via delle Piante, e poi lanciarsi nel vuoto stringendo a sé il figlio Manuel, di soli sei anni.

Mamma di butta dal tetto col figlio: entrambi morti. La polizia sul luogo della tragedia a Rimini (foto Migliorini)
Mamma di butta dal tetto col figlio: entrambi morti. La polizia sul luogo della tragedia a Rimini (foto Migliorini)

Nel primo messaggio, trovato dagli agenti della questura di Rimini all’interno del borsetta, pare non vi siano riferimenti diretti al figlio nè al motivo che avrebbe indotto la donna a portarlo insieme a sé, in quel volo mortale giù dall’edificio.

Nella borsa è stato ritrovato anche un secondo biglietto, che forse potrebbe contenere maggiori spiegazioni sulle ragioni che stanno dietro il gesto compiuto dalla 40enne. Il compagno della donna, che lavora per le Ferrovie dello Stato, era all’oscuro del dramma ed è stato raggiunto sul luogo di lavoro dal personale della polizia che lo ha poi accompagnato in Questura per cercare di individuare le cause che hanno portato la 40enne a un gesto simile. Ai poliziotti avrebbe confermato che la convivente soffriva di una forma di depressione e che proprio per questo motivo assumeva dei farmaci. Le salme della 40enne e del bambino sono state invece trasferite in obitorio, a Rimini, dove saranno eseguiti ulteriori accertamenti. Il pubblico ministero di turno ha aperto un fascicolo: un atto dovuto per fare pienamente luce su quanto accaduto e sciogliere gli ultimi nodi. La dinamica tuttavia sembra essere estremamente chiara e non lasciare spazio a dubbi.

La tragedia di via delle Piante è piombata come un fulmine a ciel sereno su Rimini e sui riminesi. Lasciando interdette e sconvolte moltissime persone. Ieri mattina, anche il sindaco Jamil Sadegholvaad ha voluto esprimere il suo cordoglio ai familiari. "Non posso neanche lontanamente immaginare il peso del vostro dolore in questa tragica circostanza – si legge nel messaggio indirizzato dal primo cittadino ai parenti –. Permettetemi soltanto di condividervi la mia vicinanza e partecipazione e lo faccio anche a nome e per conto di tutta la comunità di Rimini. Vorrei che il mio abbraccio giungesse a portarvi consolazione e conforto ma l’unica verità che deve sostenervi è che tutto quello che è stato resterà per sempre nei vostri cuori. Con sincero dolore e affetto".

Graziana non abitava nel palazzo, ma non era raro vederla in via delle Piante, in compagnia del figlio Manuel, intento a giocare con il triciclo. "Veniva qui soprattutto di domenica, insieme al figioletto, per andare a trovare i genitori – ricorda un residente –. Siamo tutti molto tristi, non riusciamo a capacitarci di come possano avvenire tragedie come queste. La famiglia deve provare un dolore immenso: in questo momento è importante stare vicini ai genitori di Graziana e al compagno, e non lasciarli soli". Lorenzo Muccioli