Si chiudono le indagini preliminari attorno alla morte di Roberto Sancisi, il 78enne di Santarcangelo vittima di un terribile incidente avvenuto il 24 ottobre del 2022 nel cantiere di via Euterpe. Sancisi, postino in pensione, viaggiava su una Suzuki Vitara Hybrid che fu letteralmente sventrata dalla griglia di ferro trasportata in strada da una ruspa. L’uomo morì praticamente sul colpo e per lui ogni tentativo di soccorso si rivelò completamente inutile. Subito dopo la tragedia la Procura aveva aperto un’indagine a carico dell’operaio che guidava la ruspa quel giorno, un dipendente dell’azienda riminese Cbr, impegnata nei lavori per la nuova maxi rotonda tra la Statale 16 e la Superstrada di San Marino.
Nei giorni scorsi, la Procura di Rimini ha presentato una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei cinque indagati (difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gilberto Gianni e Massimiliano Cornacchia), tra dipendenti, un dirigente, un responsabile di Cbr e di Autostrade per l’Italia. Il 14 novembre l’udienza preliminare davanti al gup che sarà chiamato a decidere o meno sull’eventuale rinvio a giudizio. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Sotto i riflettori degli inquirenti le responsabilità e il comportamento tenuto dall’operaio incaricato, quel giorno, di manovrare la ruspa che ha provato l’impatto fatale con l’auto guidata da Sancisi, ma anche il tema inerente la sicurezza sul luogo per quanto attiene il cantiere. Aspetti che diventeranno, inevitabilmente, oggetto di discussione nell’ambito dell’udienza preliminare.
Nel frattempo i familiari di Sancisi, assistiti dall’avvocato Umberto De Gregorio, hanno finalmente ottenuto l’accordo per il risarcimento danni da parte dell’assicurazione Generali. La compagnia ha riconosciuto come il signor Sancisi non avrebbe avuto alcuna responsabilità nell’incidente che ne ha provocato la morte e mentre dal punto di vista penale proseguivano le indagini, la famiglia del 78enne in pensione ha continuato per la propria strada per l’ottenimento del risarcimento. Risarcimento che appunto è stato infine riconosciuto con un accordo tra le parti, nel quale la compagnia assicurativa ha accolto quasi tutte le richieste dei parenti di Roberto Sancisi. A vedersi riconoscere quindi l’indennizzo saranno la moglie del 78enne, i due figli, le tre sorelle del defunto e i nipoti. Tutti i componenti del nucleo, rappresentati e difesi dall’avvocato Umberto De Gregorio, hanno preferito non rendere noto l’ammontare della cifra pattuita, dal momento che "la disgrazia, anche a distanza di diversi mesi, è tale e il dolore è tanto che non sarà mai riassorbito da nessuna azione risarcitoria", come precisato dallo stesso De Gregorio.