Una confidenza. Fatta da Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, ad alcune amiche, anche loro aderenti ai testimoni di Geova, qualche tempo dopo il misterioso incidente capitato a suo marito Giuliano Saponi. A turbare Manuela, stando a quanto emerso, sarebbe stato un pensiero in particolare: il timore che l’amante Louis Dassilva (dal 16 luglio in carcere in quanto unico indagato per il delitto) potesse in qualche modo essere coinvolto nello strano episodio che aveva fatto finire in coma Giuliano. Una preoccupazione forte, esternata da Manuela nelle sue conversazioni con amiche e parenti e che sarebbe emersa anche nel corso nei colloqui con gli investigatori della squadra mobile di Rimini, guidata dal commissario capo Marco Masia.
La nuora poi aveva ritrattato dicendo di aver parlato con leggerezza, ma dopo l’omicidio della suocera, avvenuto il 3 ottobre del 2023, quella confidenza è diventata di maggiore rilievo investigativo. La convinzione della Procura di Rimini e del pm Daniele Paci è infatti è che l’unico indagato, il 34enne senegalese Louis Dassilva, abbia agito perché avrebbe visto in Pierina un possibile ostacolo alla salvaguardia dei suoi affetti più cari. Paganelli sospettava che la nuora Manuela stesse intrattenendo una relazione extraconiugale, pur non conoscendo l’identità dell’amante: ciò avrebbe messo a rischio la stabilità del matrimonio di Louis con Valeria Bartolucci ma anche la stessa Manuela, che sarebbe stata messa al bando dalla famiglia e disassociata dai testimoni di Geova se la storia d’amore fosse continuata. Tanto che la stessa Bianchi, in una conversazione con il fratello Loris, si era detta preoccupata perché temeva di "aver mandato fuori di testa" proprio Louis. Una preoccupazione in un certo senso simile a quella emersa anche nelle settimane successive all’incidente del marito Giuliano, benché le indagini sul suo caso abbiano escluso l’ipotesi dell’aggressione, in favore dell’investimento.
Saponi, anche lui residente in via Del Ciclamino in un appartamento accanto a quello della madre, fu coinvolto in uno strano incidente, avvenuto il 7 maggio del 2023. Quella mattina, attorno alle 5.30, Giuliano era stato ritrovato agonizzante in un fosso, in via Coriano, a poche centinaia di metri da casa. Stando alla ricostruzione degli agenti della polizia stradale, il figlio di Pierina, che si stava recando al lavoro all’inceneritore di Raibano in bicicletta, sarebbe stato colpito al volto dallo specchietto laterale di un veicolo. Veicolo poi scomparso nel nulla. La Procura – pm Luca Bertuzzi – aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti, ma a distanza di oltre un anno resta l’interrogativo: che fine ha fatto il mezzo che ha travolto Saponi? In un primo momento le attenzioni degli inquirenti si erano focalizzate sul fotogramma di una telecamera. Un video che mostrava un furgone oppure una jeep allontanarsi da via Coriano ad un orario compatibile con l’investimento. Il filmato è stato sottoposto ad un’analisi approfondita, ma non sarebbe stato comunque possibile risalire a numeri di targa. Resta così in piedi l’ipotesi di un mezzo agricolo: un trattore che forse quella mattina stava uscendo da un campo. Dopo il tremendo incidente, Saponi era finito in coma e, dopo il suo risveglio, era stato ricoverato nella clinica Sol et Salus dove era stato sottoposto ad un lungo periodo di riabilitazione. Il suo rientro a casa era avvenuto alla fine di ottobre, dopo cinque mesi.
Lorenzo Muccioli