Non solo alberghi, ristoranti e imprese artigianali: anche le spiagge cercano aiutanti bagnini. Disperatamente. Un’attività che interessa sempre meno le giovani generazioni. Ne mancano - in vista della stagione balneare al via tra poco più di due mesi - in media un paio a stabilimento. Ovvero, quasi 500 solo a Rimini, il doppio su scala provinciale. "E’ un problema enorme, e non è questione di retribuzione – attacca Vainer Nanni, storico bagnino avvocato, titolare del Bagno 128 –. Il problema è che non si presenta nessuno. Mentre fino a 10 anni fa a primavera c’era la fila, di ragazzi e anche adulti. Vero che stare al caldo e al sole è faticoso, ma oggi i genitori sono meno disposti a far fare la stagione ai figli giovanissimi, mentre un tempo era normale lavorare una volta finita la scuola". Una situazione che accomuna numerosi settori produttivi, non solo a Rimini. "Sono difficoltà che riguardano tutte le categorie – fa eco Monica Della Rosa, titolare del Bagno 107 Green Beach –. La paga non c’entra: ormai è maggiore l’offerta di lavoro anche per la spiaggia rispetto alla domanda. Quindi il prezzo lo fa il mercato: se chiedono 1.500-1.600 euro noi li diamo". Quali i canali attraverso i quali viene cercato il personale stagionale?
"Il passaparola è sempre la cosa migliore – continua la bagnina –. Poi anche attraverso i corsi di formazione che organizzano annualmente la Confartigianato o il Cescot. In ogni caso, anche per chi lo fa per la prima volta, se ha buona volontà in una decina di giorni impara quel che c’è da imparare. Le capacità richieste sono soprattutto di tipo manuale, oltre alla disposizione".
Stare tutto il giorno sotto il sole sembra un lavoro duro, anche se quello del bagnino spesso viene dipinto come una mezza passeggiata. "Personalmente – continua Monica Della Rosa – non concordo. Noi diamo la giornata libera, le ore di pausa: è più duro fare il cameriere".
Nella stragrande maggioranza degli oltre 230 stabilimenti balneari di Rimini lavorano il titolare della concessione e qualche familiare, spesso il coniuge. Si aggiungono in media 2-3 aiutanti bagnini, più il personale dell’animazione e altre figure professionali esterne a seconda dei servizi messi a disposizione della clientela. "Il problema del personale c’è tutto – dice Stefano Mazzotti, titolare di uno stabilimento a Marina Centro –. Noi chiediamo anche la padronanza dell’inglese, perché sempre più turisti vengono dall’estero. Serve poi capacità relazionale ed esperienza col pubblico, forse la cosa più difficile. E saper svolgere a volte attività amministrativa in ufficio se il titolare si assenta. Ma oggi i ragazzi cercano impieghi con possibilità di carriera, giustamente. Il guadagno messo da parte con una stagione al mare interessa meno di un tempo".
"Ogni anno reperire aiutanti bagnini è sempre più difficile – dice Primo ’Olli’ Olivieri, responsabile marketing di Romagna Spiagge –. Da un lato incide il calo demografico, ci sono meno giovani. Poi sono quasi spariti gli stranieri che, fino al 2019, venivano dall’Est Europa: andrebbero allargati i flussi annuali di lavoratori extracomunitari stabiliti dal Governo. Inoltre soffriamo la concorrenza dei settori industria e artigianato, in grado di offrire posti di lavoro annuali. E c’è meno bisogno di un tempo: i genitori aiutano economicamentei figli che studiano".