"Agosto in sordina negli hotel", ammette il presidente dell’associazione Riccione Abissinia, Giorgio Fortunato. Mentre "l’estate per i negozianti del centro è molto sottotono", ammette Maurizio Metto. Parole che stridono se messe a confronto con i numeri delle presenze turistiche sfornati a ogni mensilità. "Ma vorrei invitare a non guardare solo al numerino – riprende Metto - bensì alla tipologia e alla capacità di spesa del nostro turismo. E’ evidente che le possibilità economiche della nostra clientela sono in diminuzione". Il portafogli dell’italiano medio non sta attraversando un bel periodo. Certamente ci sono anche turisti con ben altra disponibilità, ma secondo Metto e Fortunato questa tipologia di clienti sta venendo progressivamente meno a Riccione. A peggiorare la situazione "c’è una città che ormai in ambito internazionale è sempre meno conosciuta – dice Fortunato -. Da troppo tempo si fa poco nella promozione internazionale e non è raro incontrare alle fiere all’estero giovani che non sanno dove sia Riccione". A venire meno sarebbe dunque quella clientela tra i 25 e i 40 anni, interessata a un’offerta di qualità e con buona disponibilità. "La diminuzione di questo mercato – prosegue Fortunato - ha fatto sì che l’offerta in città fosse superiore alla domanda e questo ha portato alla guerra dei prezzi al ribasso anche nelle strutture qualificate, cosa che non fa bene a nessuno".
A subire la mancanza di una clientela che si pone pochi limiti alle spese sono soprattutto i negozianti della zona centrale. In questo caso il declino è iniziato anni fa e va di pari passo con una crisi ormai endemica del commercio in tutto il Paese. "Per questa stagione non penso si possa fare qualcosa per invertire la situazione – premette Metto -. Ma ci sono elementi su cui lavorare per il futuro. Ad esempio gli eventi. Quelli che abbiamo in luglio o agosto sono semplice intrattenimento per chi c’è già, gratuito per altro. Al contrario ci sono località che con la musica organizzano manifestazioni su più giorni, o grandi concerti con artisti nazionali e internazionali. Questi eventi a pagamento portano persone che spendono. Ne abbiamo un esempio con le serate che ha organizzato questa estate lo Space. Servirebbe una struttura con una capienza di migliaia di posti per grandi eventi, proprio quella a cui sta lavorando Rimini. Ma se arrivi dopo tutto diventa più difficile perché gli artisti sceglieranno la destinazione già collaudata. Oltre alla musica ci sono altri settori dove si può intervenire. La moda ad esempio, completamente dimenticata dalle amministrazioni, che sopravvive solo con gli eventi dei singoli commmercianti". Infine gli stranieri, l’oggetto del desiderio per gli operatori turistici, "una clientela su cui bisogna fare molto di più – chiude Fortunato –, ma per farlo serve un aeroporto che funzioni a pieno ritmo".
Andrea Oliva