
Troppi ragazzi sul divano. Uno su tre è disoccupato: "Eppure le offerte ci sono"
"Tanti giovani non cercano lavoro e nemmeno studiano. Siamo tra i primi paesi in Europa per la percentuale di ragazzi inattivi. Va fatta un’importante azione culturale a tutti i livelli, nelle famiglie e a scuola", dice Alessandro Corbelli, consulente del lavoro nonché presidente provinciale dell’ordine di categoria.
Corbelli, i giovani non vogliono più faticare?
"Lo spirito di sacrificio e quel modo di lavorare a testa bassa di altre epoche, è molto lontano dai giovani di oggi. Va anche detto che manca anche un’educazione al lavoro in famiglia".
Non c’è speranza?
"Esempi positivi ci sono, quei giovani che impegnano se stessi nel fare impresa nei settori green, nell’ambiente o anche in agricoltura".
Altri se ne vanno all’estero.
"Tanti. Ma fare il barista a Londra non so quanto possa offrire in più rispetto a farlo qui. Per di più viviamo in una realtà, la Riviera, che offre possibilità anche nell’ottica di aprire un’attività. È difficile, ma possibile. In Riviera c’è richiesta e c’è lavoro. A volte risulta poco comprensibile il non essere disposti a ricevere una sgridata sul posto di lavoro, ma essere disposti a subire molto di più all’estero".
Richieste assurde le sono arrivate?
"C’è chi chiede, per lavorare in un ristorante, se può stare a casa il sabato e la domenica. E chi vorrebbe fare il fornaio, ma senza lavorare di notte".
E i genitori?
"Uno si è presentato con il figlio di 23 anni e la prima cosa che mi ha chiesto è: quanto prenderà di disoccupazione? Io penserei a lavorare prima".
Come si comportano i datori di lavoro?
"Ci sono quelli che hanno capito che il dipendente è una risorsa e di conseguenza va gratificato, a cominciare dalla busta paga. Hanno capito che un buon dipendente è un alleato e aiuta l’impresa con il suo impegno e la sua presenza. Altri, purtroppo, e mi riferisco soprattutto al mondo turistico, hanno una concezione arcaica del lavoro. Quelli che puntano su prezzi sempre più bassi, a cui corrispondono paghe ridicole dei lavoratori".
La ricerca di personale migliorerà dopo la riforma del reddito di cittadinanza?
"La riforma è sacrosanta, ma il mercato non cambierà. I problemi sono altri".
Turismo e contratti, cosa va fatto?
"Le norme nazionali sono pensate per le grandi e medie aziende, non stagionali. Servirebbero deroghe, un’azione forte della Regione attraverso tavoli dove si siedono gli attori del mondo del lavoro, per arrivare a regole condivise. Bisogna riavvicinarsi, imprenditori e lavoratori. Noi ci siamo".
Andrea Oliva