E’ stato arrestato dalla squadra mobile mentre si trovava a passeggio in via Principe di Piemonte uno straniero accusato di fare parte di un gruppo criminale che inondava di droga la Valtellina smantellato ieri dall’operazione coordinata dalla Procura di Sondrio e che ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari. Una dozzina tra cui appunto una è stata compiuta a Rimini, nei confronti dello straniero che in qualità di intermediario – secondo le accuse – avrebbe procurato lo stupefacente al gruppo criminale a cui capo si trovava una famiglia albanese. Per la precisione, il pusher da Rimini avrebbe ceduto la cocaina per poco più di un chilo ad alcuni esponenti albanesi del gruppo per un prezzo pattuito di 23mila euro corrisposti in due tranche durante lo scambio avvenuto a Livigno.
Il gruppo infatti operava nel cuore della Valtellina, per spacciare la cocaina a turisti e consumatori locali della zona. Questo è quanto emerso dall’attività investigativa, iniziata ad aprile 2023, che si è concentrata nel comune di Livigno, dove diverse famiglie albanesi, insospettabili, ma in realtà legate ad un latitante ricercato per omicidio, appartenente ad un clan mafioso di Scutari, hanno posto in essere un fiorente commercio di cocaina, servendosi di spacciatori locali e stranieri. I membri delle famiglie albanesi di Livigno, così come gli spacciatori locali e stranieri a loro asserviti, sono risultati tutti bene inseriti nel tessuto socio-economico di Livigno, poiché svolgono professioni, anche ben retribuite, sia a Livigno che in Svizzera. L’organizzazione del rifornimento della cocaina con cui il pusher riminese è stato coinvolto è stata gestita da un latitante albanese di 26 anni il quale, in virtù della sua rete di relazioni strettamente legate alla mafia albanese, è riuscito, anche durante la latitanza, ad attivare canali di rifornimento di cocaina, ramificati in Italia e in Europa.
f.z.