Alla fine il lavoro di squadra ha portato alla vittoria. E’ una storia di pallone, ma soprattutto di integrazione quella raccontata dall’assessore ai Servizi sociali del comune di Rimini, Kristian Gianfreda. La storia è quella di due fratelli arrivati a Rimini, quando avevano 8 anni, dall’Albania. E cresciuti, grazie a un progetto del Comune, nella comunità di minori senza genitori. Con la passione per il calcio: uno gioca in difesa, l’altro a centrocampo. Hanno talento e gli allenatori della Polisportiva Stella li accolgono subito a braccia aperte. "Allenamenti, le fatiche, gli sforzi, il talento espresso sull’erba e un sogno nel cassetto – racconta l’assessore riminese – partecipare con la maglia della Polisportiva Stella a un importante torneo a Barcellona". Ma un ostacolo burocratico ha rischiato di far restare quel sogno nel cassetto. "A causa della mancanza di documenti necessari per il tesseramento – spiega Gianfreda – complicata dall’assenza delle firme da parte dei genitori non era possibile tesserarli. Dopo varie peripezie procedurali la risposta è stata negativa, anche da parte della Fifa che, interpellata dalla Figc, ha rigettato la possibilità ai due ragazzi di procedere con il tesseramento, sollevando delle preoccupazioni intorno al tema della manipolazione nei trasferimenti internazionali per la compravendita di calciatori minori". Un ostacolo che i dipendenti degli uffici comunali, insieme alla Federcalcio romana, hanno deciso di saltare. "L’impegno diciamo di tutta la comunità ha fatto la differenza. Sono state esplorato altre vie legislative e sondato tutte le norme, arrivando infine a una soluzione per l’ottenimento delle tessere. La risposta è arrivata con una specifica legge di bilancio 2018 che si applica a tutti i calciatori minorenni sopra i 10 anni non italiani che siano iscritti da almeno un anno alla data del tesseramento ad una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano". Così, i due giovani hanno preparato la valigia e sono volati prima in Spagna e poi in Croazia. Il gol più bello.
CronacaTorneo negato a due fratelli albanesi. Ma l’unione batte burocrazia e Fifa