Rimini, 15 dicembre 2021 - Sarebbe facile, e ingiusto, dire che il carrozzone delle vaccinazioni somiglia più a una corriera sudamericana che alla macchina da guerra lanciata da un anno. Ma basta salirci sopra, un lunedì mattina di dicembre, per scoprire che il sistema sbuffa, arranca, va fuori giri. Hub di Riccione, ore 10.05, appuntamento per la terza dose.
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Il vaccinando si presenta con 10 minuti d’anticipo. Ne uscirà soltanto due ore dopo. La fila è già lunga una settantina di metri. E ti chiedi: ma com’è possibile se tutti hanno prenotato? Si procede, ammassati in ordine sparso. Il distanziamento è calpestato come gli inviti, appiccicati al pavimento, di mantenere il metro di distanza. Da metà fila è impossibile sentire la chiamata dell’unico addetto che sorveglia l’ingresso.
Solo dopo mezz’ora scopri che la coda non vale niente, si entra in base all’orario. A blocchi, facendosi strada tra chi preme dietro le transenne e le carrozzelle degli anziani. Un’ora dopo si supera il varco.
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Nessuno ti prova la temperatura, altra fila al primo banco, poi un altro. Medici e impiegati sono cortesi, smistano e indirizzano da un’area all’altra. L’impressione un po’ spiacevole è quella di essere come mucche nel recinto. La folla si ammassa davanti alle cabine per l’iniezione. Le addette si affacciano urlando i numeri: 81... 82... 83. Poi ne esce un’altra, e riparte la conta: 81... 82... 83. Sembra di essere alla tombola di Natale, con i più attendi che rispondono: "E’ già stato chiamato".
Si va avanti a dare i numeri per un’altra oretta. Quando basterebbe un semplice display in uso in tutti i supermercati. Alle 11.40 arriva il momento clou: tu, i dottori e la puntura. Ti spogli, mostri orgoglioso la spalla, l’ago è lì a pochi centrimetri ma... "il computer si è impallato".
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L’addetta è rassegnata: "Va avanti così da stamattima... un disastro". Resti lì, braccio al vento, mentre il sistema viene fatto ripartire. Una decina di minuti dopo, un pizzico mette fine allo strazio. Passato il quarto d’ora ‘accademico’, guadagni l’uscita. Mezzogiorno in punto.
Grazie, signori delle vaccinazioni, per il lavoro che fate ogni giorno. Ma è chiedere molto avere un paio di volontari che gestiscono la coda? Piazzare un apparecchio che scandisce i numeri? Computer che non siamo dei portatili recalcitranti? Si spendono tanti soldi pubblici in spese futili, e se è vero che negli hub si gioca il nostro futuro, dovrebbero essere più sfavillanti dei centri addobbati a festa.