"Tecnica commerciale, non pratica solidale"

"Ciò che ci preoccupa è l’idea che i bambini possano diventare una merce da catalogo" .

"Tecnica commerciale, non pratica solidale"

Domenica Spinelli, senatrice di Fratelli d’Italia ed ex sindaca di Coriano

Senatrice Spinelli, in Parlamento si è discusso molto sul tema della maternità surrogata. Cosa l’ha spinta ad impegnarsi su questo fronte?

"Il tema è delicato e tocca la carne viva delle persone. Il dibattito è stato acceso perché si parla di diritti e di dignità umana. Noi di Fratelli d’Italia riteniamo che la maternità surrogata non sia una pratica solidale, ma una tecnica commerciale, in cui una donna partorisce un figlio concepito con fecondazione in vitro per poi cederlo a chi lo ha commissionato".

Come rispondete alle critiche delle opposizioni che hanno parlato di diritti dei bambini?

" La narrazione delle opposizioni è spesso confusa e lontana dalla realtà. In Italia, ogni bambino, indipendentemente da come sia venuto al mondo, gode dei diritti garantiti dall’ordinamento. Ciò che ci preoccupa è l’idea che i bambini possano diventare una merce da catalogo, il prodotto di una commercializzazione. Vogliamo tutelare i diritti delle donne e dei bambini, difendendo la loro dignità".

In che modo la legge che proponete rafforza queste tutele?

"L’utero in affitto è già vietato in Italia dalla legge 40 del 2004, che lo considera reato. Tuttavia, molti italiani aggirano il divieto recandosi all’estero per praticare la surrogazione di maternità. Con questa nuova norma, rendiamo perseguibile anche chi pratica la maternità surrogata all’estero. È un passo avanti per garantire il rispetto della legge e scoraggiare una pratica che offende la dignità umana e spesso sfrutta le donne più vulnerabili".

Quali sono le implicazioni sociali ed economiche di questa pratica?

"La maternità surrogata è parte di un’industria miliardaria che spesso sfrutta donne in situazioni di vulnerabilità economica. Parliamo di donne povere che vengono usate come mezzo per soddisfare i desideri di altri, in un sistema che alimenta una nuova forma di schiavitù. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questo sfruttamento. Come donne e come madri, dobbiamo difendere i diritti acquisiti attraverso decenni di lotte femministe".