La tassa rifiuti crescerà a Rimini anche quest’anno. Ma meno di quanto si temeva inizialmente. L’aumento non sarà di quasi il 6 per cento, com’era stato prospettato pochi mesi fa. Il Comune, grazie soprattutto all’attività di recupero dell’evasione fiscale, ha trovato le risorse per contenere l’incremento. Che ci sarà, ma sarà più contenuto. Il regolamento e le nuove tariffe verranno discussi domani in commissione.
Un passo indietro. Per il 2025 il costo previsto a Rimini per il servizio di gestione dei rifiuti è salito a 48,3 milioni di euro, contro i 45,3 milioni di un anno. Un aumento dei costi pari al 5,88 per cento. Il costo del servizio viene stabilito, per Rimini e tutti gli altri comuni dell’Emilia Romagna, da Atersir (è l’Agenzia regionale per servizi idrici e rifiuti) in base alle indicazioni fornite da Arera (l’Autorità nazionale di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente). È compito poi delle amministrazioni comunali trovare, nelle pieghe dei bilanci, le soluzioni affinché l’aumento dei costi del servizio non ricada completamente su famiglie e imprese. Il conto, nel caso di Rimini, è salito di oltre 3 milioni. Ma la lotta all’evasione ha portato buoni frutti, permettendo di recuperare oltre un milione di euro. Grazie soprattutto a queste risorse (e ad altre manovre finanziarie), l’incremento sarà solo – si fa per dire – del 3,85 per cento. Saranno poi confermate le agevolazioni degli anni passati. E non cambierà la scadenza: la prima rata della tassa rifiuti (o la rata unica per chi paga in un’unica soluzione) andrà versata a fine giugno.