REDAZIONE RIMINI

Tancredi compie 70 anni

"A Rimini sono cresciuto come uomo e come portiere" .

"A Rimini sono cresciuto come uomo e come portiere" .

"A Rimini sono cresciuto come uomo e come portiere" .

Franco Tancredi nato il 10 gennaio 1955 a Giulianova, evoca ricordi indimenticabili tra i tifosi del Rimini. Nonostante la sua altezza di 1,76 metri, sotto la media per un portiere, ha saputo conquistare un posto d’onore nella storia del calcio grazie alle sue qualità tecniche, al carattere e alla dedizione. Tra le tappe della sua straordinaria carriera, la stagione 1976-1977 con il Rimini rappresenta un capitolo significativo, segnando il primo passo verso la gloria.

Tancredi aveva iniziato a giocare a nella squadra della sua città natale, il Giulianova, dove si era messo in mostra come portiere titolare in Serie C. Le sue prestazioni attirarono l’attenzione del Milan, che lo tesserò nel 1974, affidandogli il ruolo di secondo portiere per due stagioni. Nonostante il prestigio di far parte di una squadra di serie A, Tancredi sentiva il bisogno di giocare con continuità per crescere professionalmente. Nell’estate del 1976 arrivò la svolta: il Rimini, fresco di promozione e pronto a disputare il primo campionato assoluto in Serie B, lo ingaggiò per difendere i propri pali. In maglia biancorossa, Tancredi disputò 28 partite, dimostrando di essere un portiere di grande talento. In maglia biancorossa, Tancredi trovò compagni di squadra grintosi e determinati come Pellizzaro, Rossi, Russo, Nanni e Fagni, tutti pronti a dare il massimo per mantenere la squadra competitiva in Serie B.

Tuttavia, quella stagione fu caratterizzata da eventi turbolenti. Dopo un avvio difficile, l’allenatore Cesare Meucci rassegnò le dimissioni il 14 novembre 1976, in occasione della vittoria casalinga per 2-0 contro il Brescia. Da quel momento, il leggendario Helenio Herrera comparve dietro le quinte come consulente tecnico. Herrera, però, non poteva assumere ufficialmente il ruolo di allenatore a causa di una vecchia squalifica. Il 5 dicembre 1976, durante la partita casalinga contro il Lecce (persa 1-0), Herrera fu sorpreso dall’arbitro Gino Menicucci a impartire direttive tecniche negli spogliatoi. Il Mago venne squalificato, il campo del “Romeo Neri” fu chiuso per due giornate, e la società multata di 500mila lire. Anche il presidente dell’epoca, Gaspari, subì una squalifica fino al 9 gennaio 1977, e pochi giorni dopo vebbe destituito dal consiglio direttivo. La guida tecnica fu affidata ad Angelo Becchetti.

"Rimini è stata per me una tappa fondamentale", racconta Tancredi. "Venivo da due stagioni al Milan dove giocavo poco, ma in Romagna mi sono sentito subito importante. Giocare con continuità mi ha dato fiducia e mi ha fatto crescere tanto, sia come uomo sia come portiere. Ricordo ancora con affetto l’ambiente caldo e la passione dei tifosi: è stata un’esperienza che mi ha insegnato molto".

La stagione si concluse con il Rimini che riuscì a mantenere la categoria. Questo risultato fu frutto di un grande lavoro di squadra e della determinazione dei giocatori, tra cui Tancredi, che gettò le basi per il futuro successo nella sua carriera. L’esperienza al Rimini, pur breve, rappresentò un momento cruciale. Fu in quella stagione che affinò le sue doti e dimostrò di meritare un palcoscenico più grande come Roma. Tancredi ha incarnato il modello del professionista dedito al proprio lavoro, un esempio per generazioni di calciatori e appassionati.

Carlo Cavriani