REDAZIONE RIMINI

Sulle ali della libertà. Animali feriti, da inizio anno sono oltre 4.000 i salvataggi

Il centro recupero di Rimini da gennaio ha accolto tantissime specie differenti. La metà delle bestiole prese in carico viene successivamente reinserita in natura.

Il centro recupero di Rimini da gennaio ha accolto tantissime specie differenti. La metà delle bestiole prese in carico viene successivamente reinserita in natura.

Il centro recupero di Rimini da gennaio ha accolto tantissime specie differenti. La metà delle bestiole prese in carico viene successivamente reinserita in natura.

Con le ali o con le zampe, con il pelo o con le piume. Oggi è la giornata mondiale di ogni tipo di animale, di quegli amici dell’uomo che per Rimini sono sempre più importanti. Qui il Centro recupero animali selvatici quest’anno ha accolto oltre 4.300 esemplari, tra cui mille colombi, seicento tra rondini, rondoni e balestrucci e trecento mammiferi come ricci, scoiattoli, caprioli, daini e volpi. Poi ancora diverse centinaia tra uccelli locali, da gabbiani a scriccioli.

Numeri che rappresentano il prezioso lavoro del Cras per proteggere la fauna selvatica del territorio, un impegno che diventa ancora più rilevante nella giornata mondiale dedicata agli animali.

Un’occasione per riflettere sull’importanza della salvaguardia degli animali, facilitata anche dalla collaborazione della cittadinanza che spesso si dedica in attività di volontariato rendendo possibile il succeso del 50 per cento delle liberazioni in natura. Il centro sorge a Corpolò, in una struttura messa a disposizione dell’amministrazione, dove vengono accolti animali che hanno subito incidenti stradali, distruzione di nidi ed impatti con vetrate. Oltre a queste cause c’è anche l’insorgere di malattie, ma anche il salvataggio improprio di cuccioli che non necessiterebbero di aiuto. Ad esempio molti piccoli caprioli e leprotti vengono erroneamente portati al centro da cittadini che li trovano nascosti nell’erba credendo che siano stati abbandonati. Tuttavia i genitori li lasciano lì volontariamente per camuffarli da eventuali prede. Portandoli via si innesca un processo di separazione dalla madre che dopo due giorni li considera perduti.

Una testimonianza dell’amore con cui viene trattato ogni animale riguarda una rondine montana trovata ferita in montagna.. Dopo averla curata, era ormai troppo tardi per rilasciarla tra le colonie locali, già volate altrove per il periodo di migrazione. Tuttavia, dopo un’attenta ricerca, i volontari hanno scoperto alcuni nidi a Ridracoli e decidendo di liberare il volatile in quel luogo, assicurandosi che fosse reintegrato nel suo habitat naturale. Quello della realtà di Corpolò è un impegno che culmina in tanti ricongiungimenti tra gli animali dispersi e i proprietari, tra cui molti pappagallini che a seguito di segnalazione via social riescono a tornare a casa. Non mancano poi le commoventi storie dei cuccioli di riccio, che vengono curati con la massima attenzione negli spazi della struttura comunale, fino a essere salvati e poter affrontare così un nuovo capitolo della loro vita.

Federico Tommasini