MARIO GRADARA
Cronaca

Rimini, sposati da 70 anni: "Il nostro segreto? Pazienza e tanto amore"

Giovanna e Francesco Bertozzi festeggiano il loro super traguardo. Il 14 febbraio del 1953, giorno del matrimonio, lei aveva 17 anni, lui 24. "Per restare uniti bisogna a volte chiudere un occhio, anzi due"

Francesco Bertozzi con la moglie Giovanna mostrano una loro foto da ragazzi

Francesco Bertozzi con la moglie Giovanna mostrano una loro foto da ragazzi

Rimini, 14 febbraio 2023 – “Non sapevamo neanche che fosse il giorno di San Valentino, all’epoca non si usava, ci siamo sposati perché dopo veniva la quaresima e avremmo dovuto rimandare. Eravamo poveri, non avevamo neanche i vestiti da sposi, non c’era un fotografo, e niente viaggio di nozze, che abbiamo fatto solo da pensionati. Ma eravamo felici, e lo siamo ancora oggi, dopo 70 anni di matrimonio".

Giovanna Minguzzi ha 87 anni e fa ancora la pasta a mano, suo marito Francesco Bertozzi ne ha 94. Si sono sposati... l’altro giorno, il 14 febbraio 1953! Lei è originaria di Conventello di Mezzano, nel Ravennate, lui di Verucchio, primo entroterra riminese.

Hanno due figli e dieci tra nipoti e pronipoti. Domenica nella chiesa dei frati di Verucchio, al convento di San Francesco incorniciato dal cipresso di oltre 800 anni, rinnoveranno le promesse di matrimonio. Poi tutti a tavola alla Tenuta Amalia.

Subito dopo la guerra Francesco era emigrato nel Ravennate: "non avevo un soldo bucato, facevamo la fame, e lì cercavano braccianti per l’agricoltura, ci sono andato con tutta la mia famiglia". Vivo per miracolo: "Il 1° novembre 1943, primo giorno di bombardamento – racconta – ero a Rimini, in piazza Cavour. Per salvarmi mi sono buttato nel fosso del Castello". Quel raid, il primo dei 372 bombardamenti anglo-americani che martoriano la città, provocò 92 morti e 142 feriti.

"Io e Francesco ci siamo conosciuti nei campi – continua la moglie –, nel ’collettivo’, si chiamava allora. Ogni sera chiamavano i turni, il capo chiamò ’Bertozzi-Minguzzi’ per l’indomani. Francesco zappava e scavava le buche nella terra, io piantavo i semi di bietola". Da cosa nasce cosa, e dopo due anni sono fidanzati in casa, l’anno dopo si sposano.

"Per le nozze ci ha portato alla chiesa di Mezzano un amico con la sua Topolino, il figlio del padrone della terra – continua la moglie –. Era un sabato sera, pioveva a dirotto. Io avevo 17 anni, lui 24". Il viaggio di nozze? "Ma va là – ride Giovanna Minguzzi –, i viaggi li abbiamo fatti da pensionati, dopo essere tornati a Rimini, dove abitiamo. Abbiamo girato un sacco, dalla Cina all’Asia all’America, ci manca solo l’Australia. Ci siamo presi qualche soddisfazione, dopo tante fatiche e sacrifici".

Dopo il fatidico sì i novelli sposi andarono a vivere nell’abitazione della famiglia di lei: "A casa mia – racconta Giovanna – hanno tirato su un muro. Avevamo una camera con una stufa, ci si arrivava con una scaletta di legno. Siamo stati lì tre anni, poi siamo venuti a Rimini". Dopo un cattivo affare con l’acquisto di una trattoria, Giovanna e Francesco lavorano per qualche anno nel turismo, come stagionali, lei in una pensione, lui in un campeggio.

"Non c’era la mutua – continua la signora –, se ti ammalavi per pagare medico e farmaci dovevamo fare gli straordinari". Poi la moglie lavora in case di cura, Luce sul Mare e Villa Salus. Francesco diventa factotum della ditta edile ’Paglierani e Paganelli’, e negli anni del boom non mancano i cantieri.

Il segreto per 70 anni di matrimonio? "Tanta pazienza e tanto amore", dice Francesco. "Senza amore non si fa niente – sorride Giovanna –. E a volte chiudere un occhio, meglio tutti due". La cucina aiuta: "I piatti preferiti da mio marito sono cappelletti, tagliatelle e lasage, faccio tutto a mano".