LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Rimini, sposa la badante ma i figli la sfrattano

Botte, insulti e ritorsioni contro una straniera per obbligarla a lasciare la casa coniugale dopo la morte del marito. Due fratelli a processo: uno di loro condannato a risarcirla

Rimini, 31 marzo 2023 –  Un uomo di 77 anni che vive da solo e che a un certo punto si innamora della badante albanese più giovane di vent’anni, tanto da invitarla ad abitare insieme a lui e, infine, a sposarla.

I due figli dell’uomo vedono però in quel matrimonio un tentativo di truffare l’anziano per spillargli una fetta di eredità e decidono in tutti i modi di ostacolare l’unione con la donna straniera.

Arrivando, secondo la ricostruzone degli inquirenti, a cacciarla con la forza dall’abitazione coniugale.

La badante alla fine decide di rivolgersi ai carabinieri e, assistita dall’avvocato Stefano Caroli, formalizza una querela.

Questi, in sintesi, i contorni di una vicenda che ha portato alla sbarra, davanti al giudice del tribunale di Rimini, due fratelli di 67 e 77 anni, residenti all’estero, giudicati separatamente. Uno di loro, il più giovane, è stato condannato a un anno e 5 mesi (cinque anni la richiesta del pm) per violenza privata e lesioni personali, oltre al versamento di una provvisionale da 4mila euro, venendo invece assolto dalle altre ipotesi di reato (8 su 11) che in un primo momento gli erano state contestate. "Tutti i capi di imputazione più gravi sono stati ritenuti inconsistenti dal giudice, che ha accolto quasi integralmente la nostra tesi difensiva" spiega l’avvocato Luigi Delli Paoli.

Tutto comincia nel 2004, a Riccione, quando il 77enne conosce la donna albanese che da lì a poco avrebbe iniziato a prendersi cura di lui. L’uomo è vedovo, i suoi figli vivono all’estero, e non ha altra compagnia: le propone di trasferirsi a casa sua per accudirlo e in cambio le offre vitto e alloggio.

Dopo poco tempo il rapporto tra la donna e il suo assistito si trasforma in una relazione di coppia a tutti gli effetti. Lei si è ormai trasferita in pianta stabile a casa dell’anziano, il quale un bel giorno decide di donarle 50mila euro come segno del suo affetto e come ricompensa per il lavoro svolto.

La cosa però non va giù ai due figli del 77enne, che si presentano a casa del padre, accusando la badante di essere una ladra e pretedendo la restituzione del denaro. L’autrice della denuncia sostiene di essere stata obbligata, dietro minaccia, a recarsi in banca per effettuare un’operazione e restituire parte della somma, benché quest’ultimo episodio non sia stato oggetto della sentenza di condanna.

L’anziano dopo 12 anni di convivenza decide comunque di convolare a nozze con la donna albanese. La situazione sarebbe precipitata definitivamente in seguito al decesso per cause naturali del 77enne. Dopo il funerale, stando alla ricostruzione degli inquirenti, i parenti del defunto avrebbero convocato la vedova, imponendole di lasciare la casa coniugale.

Per indurla a fare ciò uno di loro non avrebbe esitato a colpirla con uno schiaffo. Spaventata a morte, la donna non aveva potuto far altro che allontanarsi in fretta e furia dall’abitazione.

Una sorte simile sarebbe toccata qualche tempo dopo alla figlia dell’ex badante, diventata vittima di una aggressione. Diversa la lettura dei fatti proposta dal legale della difesa, l’avvocato Delli Paoli. "I figli dell’uomo fin da subito hanno nutrito seri dubbi sulla vera natura di quel matrimonio, in quanto loro padre all’epoca soffriva di demenza senile.

Alcuni dei comportamenti tenuti dalla donna e dalla figlia sono stati ritenuti poco trasparenti, e per questo motivo entrambe sono state denunciate per circonvenzione di incapace e furto e stiamo valutando se denunciarle per falsa testimonianza".