
Per le Cooperative dei balneari, dopo settimane di confronto con la Capitaneria del comparto riminese, sarebbe una questione di giorni. Firmato l’accordo potrebbero aprire a Pasqua senza torrette, ma non sarà sempre così. Il documento di valutazione dei rischi cambierà con il passare delle settimane
Pasqua in spiaggia senza servizio di salvataggio. Sembra un controsenso dopo che la Capitaneria di porto nazionale aveva emanato su tutto il territorio nazionale la norma che vedeva l’apertura dello stabilimento balneare collegata alla necessità di offrire il servizio ai fini della sicurezza dei clienti. Ma la battaglia delle cooperative dei bagnini pare che abbia colpito nel segno. A ‘salvare’ i bagnini dovrà essere un documento di valutazione dei rischi. "All’interno verranno inseriti tutti i dati relativi allo storico delle affluenze in determinati periodi, persino la temperatura dell’acqua media che sconsiglia un tuffo in mare, e i dati statistici sulle annualità precedenti che mostrano come i casi di bagnanti in difficoltà e i rischi relativi alla balneazione siano minimi", premette Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese balneari. In altri termini, attraverso questo documento i bagnini dovranno dimostrare che i rischi sono talmente bassi da poter evitare l’allestimento delle torrette. "Ovviamente andranno posizionati puntuali cartelloni che dovranno informare i clienti dello stabilimento balneare dell’assenza del servizio di salvamento e delle conseguenti prescrizioni".
A preparare il documento saranno le stesse Cooperative dei bagnini. In questo modo gli operatori di spiaggia apriranno a Pasqua, potendo vendere lettini e ombrelloni se il meteo sarà clemente, senza investire nei ‘guardiani’ del mare. Manca solo una cosa: la ratifica di questo percorso con la Capitaneria di porto. Per le Cooperative dei balneari, dopo settimane di confronto con la Capitaneria del comparto riminese, sarebbe una questione di giorni. Firmato l’accordo potrebbero aprire a Pasqua senza torrette, ma non sarà sempre così. Il documento di valutazione dei rischi cambierà con il passare delle settimane perché la spiaggia sarà sempre più frequentata, l’acqua sempre più calda e le persone vorranno fare un tuffo. Dunque, prima o poi dovranno vedersi anche i salvataggi, e i bagnini non potranno attendere l’inizio della stagione balneare nell’ultimo weekend di maggio per dare il servizio.
Ciò comporta che i marinai di salvataggio si vedranno già dalle prime settimane di maggio, ma dove e con che frequenza è ancora da stabilire. Altra concessione ottenuta dai bagnini è considerare in modo diverso le varie parti del litorale. Marina centro non è uguale a Viserba, e la zona centrale di Riccione è cosa diversa da quelle periferiche. "Ogni zona procederà a seconda delle proprie caratteristiche - riprende Vanni -. Per quanto riguarda noi, per la zona sud di Rimini, pensiamo che il servizio di salvamento possa esserci dai primi weekend di maggio, ma andrà disciplinato con una presenza inferiore rispetto all’estate". Nelle altre zone del litorale di Rimini e nelle altre località potrebbero cambiare temi e modi del servizio.
"Attraverso il documento di valutazione dei rischi mostreremo che non è necessario il servizio nei giorni della Pasqua - ammette Diego Casadei presidente della Cooperativa bagnini di Riccione -. Poi vedremo come disciplinare il servizio". A Riccione, in mattinata la Cooperativa incontrerà il Comune per l’ordinanza balneare. I bagnini, almeno per la partenza della stagione, avrebbero ottenuto quanto chiesto da mesi a questa parte: l’assenza delle torrette. Poi in maggio, a partire dai fine settimana, cominceranno a vedersi anche i marinai sui mosconi rossi.
La stagione è ai nastri di partenza, mentre è ancora tutto da scrivere il capitolo relativo al decreto indennizzi sui bandi per il rinnovo delle concessioni. I bagnini attendono segnali da Roma, mentre il senatore del M5S, Marco Croatti parla di una "una farsa che da quasi due anni e mezzo sta regalando slogan e bugie ma nessun atto concreto che porti, finalmente, la nostra offerta balneare nel futuro.
Andrea Oliva