REDAZIONE RIMINI

Spiaggia e proroghe. I bagnini non si fidano: "Basta chiacchiere, salviamo le imprese"

In consiglio dei ministri si attende la discussione sulla bozza di decreto per il rinnovo delle concessioni. Lo spostamento dei bandi tra il 2025 e il 2029 non convince gli operatori.

I Comuni e le Regioni si sono mosse per fare da soli visto il vuoto normativo

I Comuni e le Regioni si sono mosse per fare da soli visto il vuoto normativo

Indennizzi per i concessionari balneari che perderanno i bandi e non saranno confermati. E proroghe per spalmare nei prossimi cinque anni le gare sul territorio nazionale a seconda di parametri che tengano in conto le spiagge ancora libere. Sono i due elementi alla base della bozza di decreto legge che è atteso in consiglio dei ministri. Anche a Roma sono ben consapevoli di essere oltre il tempo massimo. I Comuni e le Regioni si sono mosse in modo pesante per fare da soli visto il vuoto normativo. Stessa cosa in Emilia Romagna dove l’assessore Corsini ha rotto gli indugi e incontrati comuni e bagnini. Cosa apprezzata da Legacoop Romagna. "La traccia di linee guida indicate da Corsini – dice il presidente Paolo Lucchi – dimostra come sia possibile tutelare la nostra offerta turistica". Intanto a Roma continua il balletto di indiscrezioni che legano la bozza di decreto sui balneari alla rappresentanza del governo nella commissione europea con l’attuale ministro Fitto. Un gioco di incastri che ha esasperato i bagnini. "Inutile commentare le indiscrezioni che arrivano dal governo - ribatte Mauro Vanni presidente di Confartigianato imprese balneari -. Quando ci sarà una norma approvata dalla Ue, perché altrimenti sarà inutile, potrò esprimermi. Per altro rispetto alle indiscrezioni che stano circolando penso che saranno pochi i punti che reggeranno in sede europea". Il tema che lascia più dubbi della bozza a cui stanno lavorando nel governo riguarda le proroghe a spot per il rinnovo delle concessioni a seconda del litorale ancora libero regione per regione. L’ultima bozza circolata parla di proroga delle concessioni al 2025 nel momento in cui le aree libere nella regione in considerazione siano inferiori al 25%. Per sedare la voglia di libera concorrenza dell’Unione europea anche in queste regioni in attesa dei rinnovi andrebbero messi a bando il 15% dei litorali ancora liberi. Poi il sistema dei rinnovi proseguirebbe a seconda della percentuale di costa fruibile e ancora libera, spostando alla fine del 2027 i bandi dove la risorsa libera è compresa tra il 25% e il 49%, ed infine al 31 dicembre 2029 se le spiagge senza concessioni sono superiori al 49%. Si tratta tuttavia di una ipotesi che dovrebbe fare i conti con l’Unione europea che a più riprese ha fatto intendere che non vuole più sentir parlare di proroghe.

Altro tema sono indennizzi e criteri dei bandi. E’ su questo che oggi si concentrano le attenzioni dei bagnini, ormai rassegnati all’idea di doversi giocare le concessioni. "Per noi - riprende Vanni - è fondamentale la messa in sicurezza delle imprese esistenti. Tutti lo dicono, ma in fondo come pensano di farlo? Come vogliono tutelare la piccola impresa? Il tema è questo. E’ impensabile che una piccola realtà possa partecipare a un bando avendo le medesime possibilità di un grande gruppo. Come pensano di garantire la parità nella partecipazione ai bandi?". La bozza del decreto parla di indennizzi puntando su quelli da riconoscere in base al valore aziendale. Resta il tema del numero massimo di bandi a cui partecipare, cosa che verrebbe lasciata alla discrezione dei Comuni.

Andrea Oliva