Rimini, 22 maggio 2020 - Dieci metri possono bastare. Anzi no. Dalla proposta iniziale (dei bagnini) di riservare 10,5 metri quadrati a ogni ombrellone, si è passati alle indicazioni di Inail e Istituto superiore di sanità, che imponevano una superficie minima di 22 metri quadrati. Con il suo protocollo la Regione Emilia Romagna ha poi deciso che bastano 12 metri quadrati, mentre le linee guida successivamente emanate dal governo 10 metri sono sufficienti. Ma a Rimini no: dovranno essere almeno 18 i metri quadrati per ogni ombrellone.
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A comunicarlo l’altra sera, nella riunione in videoconferenza con i bagnini, è stata l’assessore al Demanio Roberta Frisoni. Ieri poi la stessa Frisoni è intervenuta sulla questione annunciando che "nell’ordinanza balneare comunale, che sarà firmata a ore, abbiamo deciso di incrementare in via generale le distanze tra ombrelloni stabilendo una superficie minime di 18 metri quadrati per ciascun ombrellone. Si tratta di una superficie superiore del 50% rispetto a quella minima stabilita dalla Regione (i famosi 12 metri), ed è quasi il doppio di quella fissata dalle linee guida nazionali (10 metri quadrati). Questo per mantenere un altissimo standard di sicurezza e di qualità, a tutto vantaggio dei bagnanti. Naturalmente gli stabilimenti balneari, se vorranno, potranno posizionare gli ombrelloni ancora più distanti per offrire ancora più spazio a sicurezza ai propri clienti".
Per non dover sacrificare troppi posti, l’amministrazione ha prospettato ai bagnini anche la possibilità di poter piantare gli ombrelloni in aree dove, fino all’anno scorso, non era consentito a farlo. Dove? Ad esempio nella parte a monte degli stabilimenti, all’ingresso della spiaggia, oppure nella zona più a riva. Diversi operatori hanno chiesto esplicitamente questa possibilità, ma per il presidente della cooperativa balneari di Rimini sud Mauro Vanni "è una follia. Per due motivi. Il primo: piantare ombrelloni ovunque non è una bella immagine per una località come quella di Rimini che si vanta di essere all’avanguardia. Sarebbe un passo indietro. In secondo luogo, mantenere lo stesso numero di ombrelloni quando sappiamo già che avremo molti meno bagnanti spingerà molti ‘bagnini’ a svendere il prodotto. Si scatenerà una concorrenza al ribasso, a scapito della qualità della nostra offerta turistica".
Altro tema che continua a far discutere è quello dei pasti sotto l’ombrellone. Il Comune vuole permettere a tutti i locali, anche a quelli che non sono in spiaggia, di servire pranzi e cene ai bagnanti. E lo inserirà nell’ordinanza, dove saranno confermati anche il divieto della plastica usa e getta e del fumo sulla battigia. Per quanto riguarda invece il servizio di salvataggio, quest’anno prenderà il via (così ha deciso la Regione) due settimane dopo: il 13 giugno.