Spiaggia chiusa, la battaglia dei bagnini: "Non c’entrano i costi: è una scelta sindacale"

Attrezzature dei salvataggi negate a chi voleva aprire. Casadei: "Rispettata la volontà della maggioranza. Lottiamo per la categoria"

Spiaggia chiusa, la battaglia dei bagnini: "Non c’entrano i costi: è una scelta sindacale"

Attrezzature dei salvataggi negate a chi voleva aprire. Casadei: "Rispettata la volontà della maggioranza. Lottiamo per la categoria"

"Non è un problema di costi del servizio di salvamento. La nostra è una lotta sindacale". Diego Casadei, presidente della Cooperativa bagnini, precisa le motivazioni alla base della serrata della stragrande maggioranza dei bagnini, e della quasi totalità di quelli associati alla Coop Bagnini. La stessa Coop ha diramato una circolare interna martedì scorso spiegando che "non è stato semplice consigliare a tutti di stare chiusi", ma "stiamo portando avanti una lotta per la categoria".

Di questo si tratta dunque, riconducibile a tre punti principali. "Per prima cosa non è un problema di costi del servizio – riprende il presidente –. Questi li abbiamo sempre sostenuti, anche per le spiagge ibere, dunque offrendo un servizio a tutta la collettività, ottenendo per altro un rimborso molto parziale. Abbiamo sempre fornito il servizio come ci è stato chiesto dagli enti preposti, dunque rispettando le norme vigenti". Ed eccoci alle motivazioni della serrata. "I problemi sono nati ancor prima della stagione balneare quando sono state cambiate le regole (salvataggi fino al 22 settembre, mai accaduto prima ndr) in tempi esigui e a ridosso dell’inizio della stagione". Il malumore covava da tempo, poi è arrivata l’ordinanza della Capitaneria che recepisce un provvedimento nazionale e impone il servizio di salvamento per quegli stabilimenti che vogliano stare aperti. "A fine stagione ci arriva un’ordinanza che per altro abbiamo subito valutato il 2 settembre cercando di coinvolgere gli enti preposti. Ed invece nulla si è fatto. Non c’è stata concertazione e questo non fa che ricadere sulle spalle del bagnino le responsabilità. Di fatto c’è stato uno scarica barile. Tutto viene rimandato a un documento di valutazione dei rischi che deve fare il bagnino prendendosene tutte le responsabilità. Ma questo documento diviene per forza di cose soggettivo perché non c’è alcuna norma a cui attenersi. Quello che chiediamo sono regole e norme certe su cui basarci. Ed invece si crea una situazione paradossale. Il semaforo rosso, ad esempio, ti dice che non puoi passare, mai. In questo caso invece è cose se ci fosse il semaforo rosso, ma la valutazione del rischio fosse lasciata al singolo bagnino a seconda dell’orario, del traffico e così via". Questo è alla base della protesta sindacale che ha chiuso la spiaggia senza andare per il sottile. Nella circolare della Coop bagnini si fa anche presente che l’attrezzatura per il servizio di salvataggio non è stata data a quei soci che l’avevano chiesta per tenere aperto lo stabilimento. "L’attrezzatura è della Cooperativa – precisa Casadei -. Il consiglio ha deciso di sostenere questa battaglia, per questo non è stata concessa l’attrezzatura, rispettando il volere della maggioranza". Il fronte dei bagnini della Coop è deciso. La spiaggia rimarrà chiusa, togliendo agli albergatori le ultime speranze di vedere spuntare qualche lettino e ombrellone in più nel fine settimana.

Andrea Oliva