MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Sospesi senza stipendio Puniti i docenti No vax ma il giudice li ’riabilita’ "Erano a casa in malattia"

Accolti i ricorsi di 4 insegnanti: "Non rappresentavano un pericolo". Ora le scuole dovranno versare per intero la paga dei mesi contestati.

Sospesi senza stipendio Puniti i docenti No vax ma il giudice li ’riabilita’ "Erano a casa in malattia"

di Manuel Spadazzi

La legge parlava chiaro. In quel periodo per gli insegnanti, così come per i sanitari e i lavoratori delle forze d’ordine, il vaccino contro il Covid era obbligatorio. E nel Riminese sono stati parecchi i docenti sospesi (senza stipendio) perché non si erano vaccinati. Ma in alcuni casi, le scuole non avrebbero dovuto adottare provvedimenti nei loro confronti, dal momento che gli insegnanti erano a casa in malattia. A stabilirlo è stato il giudice del lavoro Lucio Ardigò con le sentenze – pronunciate il 3 maggio – in merito alle cause intentate da quattro insegnanti che, nel 2022, erano stati sospesi senza retribuzione dalla direzione delle scuole in cui lavorano. I professori si erano rivolti agli avvocati Debora Piscaglia e Davide Morri (insieme nella foto) "perché convinti di essere stati vittime di un’ingiustizia – dicono i legali – E il giudice ha dato loro ragione".

Le cause erano state avviate da una professoressa del liceo Serpieri, da una collega dell’istituto Marco Polo’, da una dell’istituto comprensivo di Mondaino e da un docente dell’Alberti. I provvedimenti contro di loro erano scattati a gennaio 2022: alcuni erano stati sospesi per due mesi, altri per un periodo inferiore. Il giudice ha accolto i loro ricorsi in quanto "sospendere dal servizio un lavoratore non vaccinato che si trova in congedo per malattia, si configura come una decisione priva di logica" perché "finalizzata a contrastare un rischio inesistente". Questo perché non essendo a scuola, ma a casa in malattia, "i docenti – recita la sentenza – non potevano rappresentare alcun rischio per la sicurezza dei luoghi di lavoro". Gli avvocati degli insegnanti hanno depositato referti e cartelle cliniche: tra loro c’era chi era a casa perché con il menisco rotto, chi perché stava facendo una terapia delicata, chi per altri problemi sanitari.

Il giudice ha ritenuto illeggittimi i provvedimenti di sospensione e ha condannato il ministero dell’Istruzione e le scuole a pagare gli stipendi non versati nei periodi contestati. Somme che vanno dai 2mila euro fino a quasi 4mila euro (a seconda del periodo della durata della sospensione) per ogni insegnante.