REDAZIONE RIMINI

Sorpresa al Riesame. Dalla t-shirt di Louis agli occhiali da lavoro. Ecco i nuovi reperti

Il titolare del 34enne ha consegnato alla squadra mobile una maglia che l’indagato potrebbe avere usato insieme alle lenti durante l’omicidio. Attesa oggi la decisione del tribunale sulla misura cautelare ai ’Casetti’.

Il titolare del 34enne ha consegnato alla squadra mobile una maglia che l’indagato potrebbe avere usato insieme alle lenti durante l’omicidio. Attesa oggi la decisione del tribunale sulla misura cautelare ai ’Casetti’.

Il titolare del 34enne ha consegnato alla squadra mobile una maglia che l’indagato potrebbe avere usato insieme alle lenti durante l’omicidio. Attesa oggi la decisione del tribunale sulla misura cautelare ai ’Casetti’.

di Lorenzo Muccioli

e Francesco Zuppiroli

Una maglietta da lavoro melange, con una scritta sulla schiena, fornita agli investigatori dal titolare della ditta in cui, prima di finire in carcere, era impiegato Louis Dassilva. E’ questo il nuovo elemento entrato in gioco nell’inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne massacrata con 29 coltellate la sera del 3 ottobre scorso in via Del Ciclamino. La maglietta, appartenente proprio a Dassilva, è stata sequestrata dagli investigatori della squadra mobile, guidata dal commissario capo Marco Masia, e – secondo la pubblica accusa – andrebbe a rafforzare il quadro indiziario a carico del 34enne senegalese, in carcere dal 16 luglio scorso in quanto unico indagato per il delitto dell’ex infermiera in pensione.

La relazione preliminare sulla t-shirt è stata una delle frecce all’arco della Procura di Rimini, scoccate ieri durante l’udienza davanti al tribunale del Riesame di Bologna. I giudici (la decisione dovrebbe arrivare oggi) sono chiamati ad esprimersi sulla sussistenza delle esigenze cautelari ravvisate dal gip nell’ordinanza che aveva portato nelle scorse settimane all’arresto del 34enne. Presenti il sostituto procuratore, Daniele Paci, lo stesso Louis Dassilva insieme ai suoi legali: gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che si sono avvalsi della consulenza della criminologa Roberta Bruzzone. Secondo la tesi dell’accusa, quella maglietta da lavoro potrebbe corrispondere a quella che indossa l’individuo nel video della cam numero 3 della farmacia di via del Ciclamino, che alle 22.17 del 3 ottobre (pochi minuti dopo l’omicidio) immortala una figura dirigersi verso i palazzi.

Per gli inquirenti, quella sagoma – per altezza, corporatura, andatura e rotazione della spalla – corrisponderebbe proprio a Dassilva. Ma il video è stato fortemente contestato – al pari dell’intero impianto accusatorio – dal pool difensivo del senegalese, che ha giudicato le immagini troppo sfocate e poco nitide. Altro elemento è rappresentato da un paio di occhiali da lavoro con lenti trasparenti, prelevati dalla scientifica. Quegli occhiali – sostiene sempre l’accusa – potrebbero essere quelli usati dall’omicida mentre accoltellava 29 volte l’anziana. Tutti questi nuovi elementi, anticipati ai giudici del Riesame dalla Procura, saranno la base della relazione ufficiale e definitiva della polizia scientifica di Roma. Davanti ai giudici, la Procura di Rimini ha presentato una relazione preliminare in cui si esplicitano alcuni elementi sui cellulari di Dassilva e sui contatti di questo con Manuela Bianchi, la nuora di Pierina con cui il senegalese aveva una relazione sentimentale.

Gli inquirenti hanno sottolineato come la relazione tra due fosse continuata anche dopo l’omicidio addirittura fino a 10 giorni prima che Dassilva fosse arrestato. Gli investigatori della Mobile infatti lo avrebbero intercettato il 7 luglio mentre lasciava davanti alla porta del proprio garage in via del Ciclamino, a pochi passi da dove la donna è stata uccisa, una bottiglia di vino vuota. La stessa bottiglia di vino che Louis e Manuela avrebbero consumato in un incontro clandestino. La bottiglia vuota Louis l’avrebbe lasciata appoggiata a terra davanti alla porta del garage per un giorno intero nel posto dove era sicuro che Manuela l’avrebbe vista. Poi l’aveva riposta nuovamente nel suo box.