Daniele Rossi, 40 anni, tecnico viticolo, enologo e assaggiatore di vino, vive a Riccione con moglie e figlio. è uno di quei riminesi (sono migliaia) che, in tempo più o meno recenti, se ne sono andati dal loro paese di origine.
Lei di dov’era?
"Abitavo a Gemmano".
Quando vi siete trasferiti?
"Ormai sono passati diversi anni".
La causa del vostro trasloco qual è stata?
"Diciamo un insieme di motivi".
Ovvero?
"Sono stati tre i fattori fondamentali. Il primo è che io, per lavoro, ogni anno mi faccio circa 60mila chilometri in macchina, dall’Emilia Romagna al Piemonte ad altre regioni italia. Di conseguenza, la distanza tra dove abitavo e il casello dell’autostrada stava diventando sempre più un problema. Il secondo motivo era che l’allora mia compagna, oggi mia moglie, aveva necessità, per esigenze lavorative, di avere una stazione ferroviaria vicina. E ovviamente anche quella in Valconca non c’era. Terzo motivo, se vuole, più futile: da tempo avevamo un giro di amicizie che ruotavano più sulla costa rispetto all’entroterra".
Quello dei servizi che vengono ridotti, progressivamente, nei piccoli borghi era e rimane un problema centrale?
"Per alcune categorie di persone, penso a quelle molto anziane o a chi ha difficoltà di spostamento, lo è certamente".
Probabilmente anche per famiglie con figli piccoli...
"Avere sottocasa una farmacia, un supermarket o un negozio, o i servizi sanitari, è impagabile. Abbiamo un figlio di 4 anni. Io e mia moglie, come tanti altri genitori, ci siamo fatti in varie occasioni delle belle corse al Pronto soccorso. Se avessimo abitato ancora a Gemmano, non c’è dubbio che la tempistica sarebbe stata molto diversa".
Lei è autore di Romagna contadina, libro che prende in esame cambiamenti sociali, economici, tecniche di coltivazione nel Novecento. I nostri agricoltori hanno un futuro?
"Sì, ma è una gara in salita. Tra crisi di mercato, cambiamenti e catastrofi climatiche, remuneratività del settore troppo bassa rispetto alle ore di lavoro giornaliere di un contadino, è diventato tutto molto complicato".
Mario Gradara