FEDERICO TOMMASINI
Cronaca

Siffredi e l’8 marzo. Ventura attacca: "Festa della donna, non è questo il senso"

Secondo la consigliera di parità della Provincia, questa ricorrenza non dovrebbe essere occasione di spettacoli mondani, bensì un momento di riflessione sulle difficoltà che il genere femminile affronta.

Adriana Ventura

Adriana Ventura

"Stasera non sarà una vittoria per i diritti delle donne". A dirlo è Adriana Ventura, consigliera di parità della Provincia, riguardo all’appuntamento al Pepenero con special guest il pornodivo Rocco Siffredi, per celebrare la festa della donna. Sul sito del locale si legge "una serata per uomini e donne senza tabù", ma per la consigliera di parità il senso dell’8 marzo è un altro.

Ventura, quella di Siffredi è una scelta adeguata che riflette i valori dell’8 marzo?

"La vita è altro. È ora di finirla di fare queste feste che hanno ben poco a che vedere con la condizione della donna nel mondo. La festa della donna è nata per ricordare delle lavoratrici intrappolate dentro una fabbrica che è andata a fuoco, il tutto per avere maggiori diritti sul posto di lavoro. Non si tratta di un’occasione per eventi mondani o spettacoli a tema sessuale. È una data simbolica che dovrebbe servire a riflettere sulle conquiste ottenute e sulle lotte ancora in corso. I casi di donne che si dimettono dal posto di lavoro per una gravidanza o per difficoltà di genere, l’omofobia e le discriminazioni sono tutti campanelli d’allarme in aumento e credo che occorra riflettere su questo più che su Rocco Siffredi. Non è una questione di moralismo, ma di rispetto per il significato della giornata".

Che messaggio trasmette un evento di questo genere?

"Si trasmette il pensiero che il sesso sia un meccanismo per entrare dentro alcune dinamiche che non sono per niente significative per il rispetto della donna. Io non festeggio la festa della donna perché nel mondo stanno succedendo cose orribili, basti pensare alle donne in Afghanistan, in Ucraina o Palestina, gli esempi sono tantissimi. L’8 marzo dovrebbe essere un momento di consapevolezza, non una serata di puro intrattenimento che non ha alcuna connessione con i diritti femminili". Qual è per lei il senso dell’8 marzo?

" Non è un giorno di festa in senso commerciale o goliardico, ma un’occasione per ribadire l’importanza della lotta contro la discriminazione e la violenza di genere. Dobbiamo pensare alle lavoratrici precarie, a chi subisce molestie sul posto di lavoro, a chi è costretta a scegliere tra carriera e maternità".

La Provincia ha in programma eventi alternativi per celebrare questa festa?

"Stiamo lavorando sul tema della ‘condivisione’ come strumento per superare il gap di genere. Tra oggi e la festa del papà usciranno maggiori informazioni e una campagna di comunicazione. Parleremo di ‘condivisione’ nella dimensione femminile e che attraverso questa parola si possono raggiungere molti obiettivi. Vogliamo spostare il dibattito su temi concreti, come il lavoro, la conciliazione famiglia-carriera, la parità salariale. Abbiamo previsto incontri, conferenze e momenti di sensibilizzazione".

Tornando a Siffredi, le istituzioni dovrebbero prendere posizione davanti a questo tipo di eventi?

"No, ognuno è libero di fare ciò che vuole per fortuna, il tutto sempre rispettando la libertà altrui. Io non condivido uno spettacolo del genere, penso che si potrebbero investire gli stessi soldi in maniera diversa. Ma Siffredi deve pur campare. Certo, sarebbe auspicabile che il senso della giornata venisse rispettato da tutti, e che le attività organizzate fossero coerenti con i valori dell’8 marzo".

Federico Tommasini