REDAZIONE RIMINI

Sentenza per la morte del ciclista Michael Antonelli: condannati gli organizzatori della gara

Il tribunale di Pistoia condanna due organizzatori per omicidio colposo nella morte del ciclista Michael Antonelli.

Michael Antonelli,. morto a soli 21 anni

Michael Antonelli,. morto a soli 21 anni

La caduta nel dirupo al termine della discesa di Monte Oppio poteva essere evitata. La morte di Michael Antonelli, il giovanissimo ciclista sammarinese morto a 21 anni 841 giorni dopo l’incidente, poteva essere evitata. Ieri il tribunale di Pistoia ha pronunciato la sentenza per la tragedia di Antonelli.

Per la morte del ciclista, che correva per la squadra Mastromarco Sensi Nibali di Lamporecchio, sono state individuate le prime responsabilità: quella di Gian Paolo Ristori, 82 anni, di Firenze, presidente della As Aurora, la società organizzatrice della gara in cui avvenne l’incidente, condannato a 2 anni, e quella del direttore di gara Rodolfo Gambacciani 72 anni, di Prato, condannato a un anno e 8 mesi (riconosciute le attenuanti generiche a entrambi, pena sospesa).

I due erano difesi dall’avvocato Nuri Venturelli, legale della Federazione ciclistica italiana. Erano a processo con l’accusa di omicidio colposo: nei rispettivi ruoli avrebbero dovuto provvedere alla segnalazione della pericolosità di quella curva cieca e stretta.

Quel giorno, il 15 agosto 2018, a Limestre, durante la gara Firenze-Viareggio, il giovane ciclista si trovò davanti all’improvviso un tratto di strada lungo 28,6 metri senza alcuna protezione. Il giudice Pasquale Cerrone ha condannato entrambi gli imputati al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti dei famigliari di Michael: 300mila euro per la madre Marina Mularoni, 170mila per il fratello di Michael, Mattia, e 140mila per il padre Luca Antonelli, rappresentati dagli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi e Flavio Moscatt.

Antonelli aveva appena 21 anni quando morì, il 3 dicembre 2020, per insufficienza respiratoria acuta da Covid, dopo quelli che sua madre Marina ha descritto come "841 giorni di agonia", tra ricoveri continui. Il sostituto procuratore Leonardo De Gaudio aveva chiesto per entrambi gli imputati una condanna a due anni.

"Mio figlio non aveva colpe. Era quello che volevo che fosse riconosciuto. Ora un cerchio si chiude. Per noi è stato uno strazio – queste le prime parole di mamma Marina Mularoni dopo la lettura della sentenza – Di Michael tutti si sono dimenticati molto presto. Quando mio figlio vinceva si parlava tanto di lui, ma dopo l’incidente nessuno ci ha aiutati".

"Una sentenza inaspettata – commenta l’avvocato Venturelli, legale della Federazione ciclistica italiana – Faremo sicuramente appello".