REDAZIONE RIMINI

SCUOLA BERTOLA

Il ‘Project based learning‘: gli studenti hanno lavorato in gruppi misti realizzando manufatti

SCUOLA BERTOLA

SCUOLA BERTOLA

Lavorare in gruppo. Socializzare. Divertirsi. Imparare. In una parola: Pbl. Quest’anno alla scuola secondaria di primo grado ‘Bertola’ gli studenti hanno partecipato ad un progetto innovativo di attività didattiche laboratoriali: ‘Sperimentazione in modalità Pbl’. Il Pbl-Project Based Learning si è svolto nell’arco di quattro settimane tra primo e secondo quadrimestre, per un totale di 20 ore: gli studenti hanno potuto lavorare in gruppi di età misti tra gli 11 e i 14 anni per la realizzazione di oggetti manufatti a fini educativi.

Prima dell’avvio del progetto, la scuola ha chiesto agli alunni quale laboratorio preferissero frequentare, scegliendo tra le varie proposte attivate – Let’s play it all together (costruire dei giochi da tavolo); Good times/good vibes (Il ricettario della felicità); The time capsule (quali oggetti significativi lasciare ai poster); Sballiamoci con il cuore (ricostruire i luoghi del cuore di Rimini); Di che social sei? –: in alcuni casi le attività erano inerenti le tecnologie digitali, altre erano da svolgere in lingua inglese. Gli alunni della settimana ‘corta’ hanno svolto queste attività ogni giorno all’ultima ora, mentre gli alunni frequentanti la settimana lunga hanno dedicato al Pbl l’intera mattinata del sabato.

All’interno di ogni laboratorio i partecipanti sono stati poi divisi in gruppi più piccoli di cinque membri che si sono divisi autonomamente i ruoli da svolgere: il facilitatore (colui che risolve i litigi e le incomprensioni), il moderatore (che doveva controllare il volume delle voci nel gruppo), il controllore del tempo, gli addetti ai materiali. Alla fine di ogni laboratorio sono consegnati due brevi questionari, uno da compilare a nome del gruppo e uno singolarmente, in cui ciascuno ha potuto esprimere le proprie impressioni rispetto al progetto. I lati positivi di questa esperienza sono stati l’aver imparato a lavorare in gruppo e a socializzare con persone nuove e di diverse età, senza escludere nessuno, sperimentando un modo nuovo, alternativo e piacevole di fare lezione insieme. Inoltre gli alunni hanno imparato a dipendere meno dall’aiuto dei professori e a gestire autonomamente le difficoltà che potevano presentarsi durante i lavori. Non sono mancati gli aspetti negativi, come i momenti di eccessiva confusione. In alcuni gruppi, inoltre, la mancanza di organizzazione non ha permesso di portare a termine il lavoro nei tempi. Nonostante ciò il progetto è stato apprezzato sia dagli insegnanti per i manufatti ottenuti, che dai ragazzi che hanno imparato a lavorare in gruppo con persone che non conoscevano facendo anche nuove amicizie in classi diverse e con alunni di età differente: per questi motivi molti sperano che l’esperienza possa ripetersi anche i prossimi anni.

Anita Dolci

Beatrice Lucchi

Classe III C