Scontro sui maxi canoni. Il Nettuno vince la causa

Braccio di ferro con Demanio e Comune: il giudice dà ragione alla società

Scontro sui maxi canoni. Il Nettuno vince la causa

L’ingresso del Nettuno

Arriva un punto fermo nell’infinita telenovela legata ai maxi canoni delle attività pertinenziali. Tra queste c’è la Nettuno snc dei fratelli Parmeggiani, la società che ha in concessione lo storico immobile sulla spiaggia in piazzale Kennedey. Giovedì scorso il tribunale ordinario di Rimini, sezione civile, ha emesso una sentenza riguardante la controversia con il Comune e l’Agenzia del Demanio. Al centro della causa vi era la determinazione del canone demaniale marittimo dovuto dalla Nettuno Snc .

"La causa per la determinazione del canone – spiegano gli avvocati Beatrice Belli, Roberto Dalle Nogare e Felice Zaccone – inizia nel 2020 con la richiesta della Nettuno di quantificare l’importo del canone stesso per quell’anno. Nel frattempo, con l’entrata in vigore" del condono connesso "alla legge 126/2020, era stato consentito ai gestori degli stabilimenti balneari di chiudere l’annoso contenzioso (si parla di canoni dal 2007) con il versamento di una somma che, nello specifico ammontava a circa 170mila. "La somma – spiegano i legali – viene determinata dal Comune di Rimini nell’agosto del 2021 che richiede al Nettuno, per accedere a questa sanatoria, di versare l’intero importo entro il 30 settembre 2021. Il Nettuno versa la somma il 27 settembre 2021. Senonché, il 29 settembre, il Comune, comunica che il Demanio dello Stato non concordando con i conteggi stabiliti il mese precedente, vuoleun ulteriore versamento di oltre 340mila euro da pagarsi entro il 30 settembre, cioè il giorno dopo. A questo punto, il Nettuno è costretto a presentare una nuova causa davanti il tribunale di Rimini per contestare questa posizione". In sintesi, il tribunale ha rigettato le richieste dell’Agenzia del Demanio, accogliendo la tesi della Nettuno Snc. Nella sentenza, si afferma che la società aveva correttamente adempiuto agli obblighi previsti per la definizione agevolata, avendo versato il 30% delle somme dovute. Pertanto, il tribunale ha dichiarato che la società non doveva ulteriori somme per il periodo 2007-2020, compreso il 2020, rigettando la domanda riconvenzionale dell’Agenzia del Demanio.

Concludono gli avvocati Belli, Dalle Nogare e Zaccone: "La giudice Zito, con la sua decisione, dà ragione alla concessionaria interpretando la norma dell’art. 100 della legge 126/2020, norma che stabiliva i criteri di determinazione della somma a sanatoria dei canoni delle concessioni dal 2007 al 2020; canoni con importi altissimi che avevano dato vita a numerosi contenziosi e che la norma intendeva definire".