"Dispiace come il caso di Villa Verucchio si sia trasformato nel solito teatrino politico. Totalmente ideologico". Lo scrive su Facebook – a titolo personale – Simone Bertozzi, ex consigliere comunale di Rimini del Pd, giornalista e imprenditore. Il tema è caldo, anzi caldissimo, come dimostra la pioggia di reazioni scatenate dai fatti avvenuti in Valmarecchia la notte di Capodanno. La deputata di Fratelli d’Italia, Alessia Ambrosi, ha proposto "una medaglia" per Luciano Masini, il comandante della stazione dei carabinieri che ha aperto il fuoco sul 23enne egiziano autore degli accoltellamenti. "Onore al carabiniere" ha aggiunto sui social il ministro Matteo Salvini, mentre il presidente del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, è intervenuto sulla questione della legittima difesa, annunciando una modifica "della legge per chi difende l’incolumità pubblica".
Ma c’è anche chi ha parlato di "pesante silenzio" del centrosinistra. "Come se vi fosse una parte del Paese a favore delle forze dell’ordine e un’ altra contro – taglia corto Bertozzi –. A prescindere dalla ricostruzione dei fatti. Purtroppo o per fortuna esistono dei contrappesi in un Paese civile, per cui parole ridondanti come eroe, orgoglio e onore, benché facciano molto rumore e polarizzino il dibattito, devono per forza incastrarsi con gli ingranaggi e la complessità di una democrazia matura", dove – aggiunge l’ex consigliere comunale – " il concetto di legittima difesa non è un monolite e ha tante sfumature, dove perfino il peggiore dei criminali ha dei diritti (proprio per questo motivo non esiste la pena di morte neppure per mafiosi e stragisti)".
Bertozzi ci tiene però a una precisazione. "Questo non sposta di una virgola la stima e la fiducia che ogni cittadino deve nei confronti dei corpi di polizia, intesa come istituzione, né la gratitudine e la vicinanza che i cittadini di Villa Verucchio stanno giustamente dimostrando al comandante dei carabiniere. Su cui però si esprimerà la magistratura e non la sezione di Fratelli d’Italia" conclude.
Gioenzo Renzi, consigliere comunale di Fd’I, si sofferma invece sulla figura dell’accoltellatore, Muhammad Sitta. "Apprendiamo che, anche nel pomeriggio del 31 dicembre, il ragazzo era apparso in stato confusionale e, addirittura cercasse dei soldi per riempire una bottiglietta di plastica con della benzina e dare fuoco a qualcosa, un gesto eclatante per poter essere rimpatriato in Egitto dalle autorità italiane, in conseguenza della propria situazione di disagio. La prima domanda da porsi è: perchè nessuno è intervenuto per tempo, nonostante fossero a conoscenza dei suoi disagi?" Renzi pone quindi altre domande. "È stato fatto il necessario per evitare quanto avvenuto la sera del 31 dicembre? Le cooperative di accoglienza immigrati, al di là del denaro percepito per i soggetti ospitati, compiono gli adeguati controlli e adempiono a quanto previsto dai bandi?". Renzi chiede infine "al sindaco di Rimini che le registrazioni della videosorveglianza nei pressi della moschea di corso Giovanni XXIII, del giorno 31 dicembre, vengano messe a disposizione degli inquirenti". Jacopo Morrone, parlamentare e segretario della Lega Romagna, spinge per l’approvazione "più veloce possibile al Senato del Ddl Sicurezza" dove, grazie ad emendamenti della Lega, si introduce "la copertura delle spese legali a favore del personale" delle forze dell’ordine "indagato o imputato per fatti inerenti al servizio". Altrettanto importante, per Morrone, è il "rafforzamento dell’attività delle forze di polizia nei confronti di ambienti contigui alla radicalizzazione".
l.m.