Scontro Ceschina-Andreatta sul Grand Hotel

La famiglia Ceschina si appropria pezzo per pezzo della Torretta del Grand Hotel, ma la questione è ancora "sub judice". Tensioni e scontri caratterizzano il processo di presa possesso.

Scontro Ceschina-Andreatta sul Grand Hotel

Scontro Ceschina-Andreatta sul Grand Hotel

Anche se a fatica e tra tensioni, pezzo dopo pezzo, la famiglia di Marina Ceschina prende possesso della Torretta del Grand Hotel, aggiudicata all’asta il 10 ottobre 2023 per circa 1,3 milioni di euro. Ieri, dopo un acceso scontro tra le parti, è stato aggiunto il patio del bar sul lato nord del fabbricato. Resta da prendere possesso del pubblico esercizio, mentre erano già stati presi i due appartamenti al piano superiore, anche se, Gianni Andreatta, rappresentante della Marebello, proprietaria del Grand Hotel, fino a ieri ha continuato ad abitare lì. I Ceschina, difesi dall’avvocato Cinzia Giugno, intendono chiudere presto la partita, ma proprio su questo ieri è scoppiato lo scontro, tant’è che è stata richiesta la presenza dei carabinieri. Il braccio di ferro va avanti, perché, come conferma lo studio legale della società Gic di Fabio Angioni che a sua volta ha subaffittato l’immobile a Europa Investimenti, la questione è ‘sub judice’, per cui devono essere ancora assunte delle decisioni. Nella fase di emergenza il tribunale ha ritenuto non sussistere le condizioni per rigettare la richiesta di procedere con lo sgombero dei locali. Dal primo luglio inizierà però l’azione di merito, nella quale il tribunale dovrà decidere se le ragioni del Grand Hotel sono meritevoli di accoglimento o meno. Per sapere cosa accadrà, occorrerà circa un anno, meno che in altre situazioni, perché in questo caso la partita economica è importante. In sintesi, da una parte si frena e si chiede di attendere il giudizio di merito, dall’altra s’intende procedere d’urgenza, prendendo possesso delle chiavi. Al momento Ceschina lascia a disposizione solo i locali del bar, ultimo tassello da aggiungere al puzzle, a meno che i giudici non decidano diversamente, in tal caso scatterebbe la richiesta danni.

Nives Concolino