Rimini, 5 novembre 2024 – Si era presentata come un’inquietante fioritura di schiuma sulla spiaggia e aveva suscitato preoccupazione e stupore nei cittadini che passeggiavano vicino all’imboccatura del portocanale, lato Bellaria.
I più si sono già agitati sui social, qualcuno chiedeva lumi e qualcun altro imputava le dimensioni del fenomeno alla sporcizia. In particolare, erano due le ipotesi formulate: la prima riguardava materiale inquinante giunto alla foce portuale portata dal fiume Uso. La seconda possibili sversamenti di navi cargo in transito, spiaggiati a causa delle correnti.
A fare chiarezza è Cristina Mazziotti, responsabile della struttura oceanografica Daphne di Arpae, spiegando che l’elevata quantità di schiuma è dovuta a una particolare condizione del mare: l’eutrofizzazione.
Mazziotti, che cos’è l’eutrofizzazione?
"Il mare presenta valori di clorofilla molto, molto alti e un'eccessiva crescita di fitoplancton. Questi elementi portano il sistema acquatico ad essere squilibrato. In questo periodo il mare è ‘eutrofizzato’ e il vento spirato nei giorni passati ha generato la schiuma”.
A cosa è dovuto il fenomeno?
"Le forti piogge hanno fatto sì che l’Adriatico ricevesse più acqua dal Po e dall’entroterra. E il vento degli ultimi giorni ha contribuito a creare la concentrazione di schiuma”.
Si verifica spesso?
"Sì, d’inverno, quando le spiagge sono poco frequentate. Le alte temperature, che consentono passeggiate a novembre sulla spiaggia del porto canale, hanno portato il fenomeno all’attenzione delle persone. In Danimarca è molto frequente, per avere un’idea basti cercare ‘Phaeocystis Danimarca’”.
Può essere dannoso?
"No, si tratta di un fenomeno naturale, non di origine chimica. La produzione di questo materiale è dovuta a un’azione meccanica: l’acqua, in questo momento, molto eutrofizzata, sbatte su barriere scogliose e soffolte e produce l’accumulo di schiuma”.
Quanto tempo rimarrà sulla spiaggia?
“Un metro cubo di schiuma, già il giorno dopo, sarà dimezzato”.