Acque agitate tra i bagnini che al posto della bandiera sventolano il cartellino rosso alla sindaca Daniela Angelini. Motivo della rivolta è l’ordinanza balneare comunale che di fatto allunga la stagione dei salvataggi fino al 17 settembre, sette giorni più di quanto avrebbero voluto i bagnini, gli unici a pagare il servizio. La cosa non è andata giù a un ampio fronte composto da: Cooperativa bagnini Riccione, Cooperativa bagnini Adriatica, Cna, Confcommercio, Confartigianato e Oasi Emilia-Romagna. Il 6 aprile è stata pubblicata l’ordinanza in cui si ritrova "il prolungamento di una settimana del servizio di salvataggio a fine stagione, fino al 17 settembre". Ma i patti erano altri, lamentano i bagnini. "Si era tenuto in precedenza un incontro con la Regione che aveva riconfermato il termine dell’obbligatorietà del servizio di salvataggio alla seconda settimana di settembre, e seppur avesse lasciato libertà ai Comuni, aveva al tempo stesso fissato una nuova riunione il 18 luglio per valutare con più accuratezza eventuali afflussi turistici ed eventi ad oggi non in programma, per poi agire in maniera più ordinata e motivata".
I titolari degli stabilimenti erano riusciti a rimandare la decisione a luglio quando la situazione delle prenotazioni alberghiere sarebbe stata più chiara. Il paletto fissato dai bagnini è riassumibile così: se ci sono numeri importanti a livello turistico, allora si valuti il prolungamento, altrimenti vista anche la ripartenza della scuola e l’instabilità del meteo si può fare a meno dei salvataggi dopo il 10 settembre. Il 31 marzo le cooperative dei bagnini avevano avuto un confronto con la sindaca rimarcando la necessità di seguire la linea impostata dalla Regione. "La Sindaca, di fronte a tali rimostranze, si era impegnata a consultare gli altri tre Comuni che avevano manifestato lo stesso orientamento sul prolungamento del servizio, per capire se fosse il caso o meno di rimandare la decisione al 18 luglio nell’incontro con la Regione. Con rammarico abbiamo assistito all’uscita dell’ordinanza balneare di Riccione, facendo da capofila su una decisione che negli altri Comuni ci risulta ancora oggetto di discussione". La fuga in avanti non è piaciuta. "Ci troviamo a subire un’imposizione non supportata da dati. Come operatori balneari riteniamo di essere già molto collaborativi fornendo il servizio di salvataggio anche nelle spiagge libere, cosa che non è di nostra competenza. Prolungare la stagione non sarebbe un problema ed anzi ne saremmo ben contenti se venissero create le condizioni per presentare una città ancora aperta, accogliente, in grado di offrire proposte turistiche attrattive che solo a quel punto, vedrebbero nel prolungamento dei servizi una conseguenza".
Andrea Oliva