
Milva Arcangeli (a destra), con l’amica Roberta Santoni, che le ha donato un rene foto Petrangeli
Rimini, 27 gennaio 2024 – Amiche per sempre. Quello che c’è tra Milva e Roberta è qualcosa che va persino oltre l’amicizia. Il 10 gennaio scorso si trovavano su un letto d’ospedale al Sant’Orsola di Bologna. Milva attendeva il trapianto di un rene. Roberta era la donatrice. Capita di rado che il donatore venga individuato fuori dalla cerchia famigliare. E la stessa Milva Arcangeli non se l’aspettava. "Soffrivo di una grave patologia che mi avrebbe portato a una insufficienza renale. A breve avrei dovuto cominciare il percorso in dialisi – racconta – Mio marito ha fatto l’esame per vedere se era compatibile come donatore, ma non lo era. Ha fatto la medesima cosa mia sorella, ma anche per lei non c’era compatibilità".
Le speranze di un trapianto in tempi veloci si allontanano. Milva parla della sua situazione anche con gli amici, compresi Roberta Santoni e il marito. Ed entrambi scelgono di non essere spettatori. "Abbiamo fatto ciò che ci sentivano di fare – racconta Roberta – È stato bello, ed è nato tutto spontaneamente. Con Milva e il marito ci conosciamo da tanti anni. Facciamo le vacanze insieme. I nostri figli sono amici, sono cresciuti insieme. Così abbiamo deciso di fare l’esame per capire se eravamo compatibili". La coppia non lo dice a Milva, ma le procedure prevedono che il ricevente sia messo al corrente di chi intende essere il donatore. "Ho detto di no – ricorda Milva – è stata la mia reazione. Non riuscivo ad accettare i rischi che avrebbero potuto correre, e quel dono". La coppia di amici non si abbatte. "Se mi metto in testa una cosa non mi arrendo – dice Roberta – Abbiamo continuato a parlarne. Un poco alla volta ha cominciato ad accettare l’idea". Per Milva accettare quel dono non è stato semplice. "Era incredibile perché erano loro a incoraggiarmi a fare quella scelta. Ho iniziato un percorso con lo psicologo". La coppia di amici si sottopone all’esame per la compatibilità e solo Roberta risulta essere il donatore perfetto.
Il 10 gennaio in sala operatoria c’era il chirurgo riminese Matteo Ravaioli, che ha curato sia il trapianto che l’intervento sul donatore. Tutto è proceduto per il meglio e nei giorni successivi i valori di Milva erano buoni. Roberta è tornata a casa pochi giorni dopo. "I dottori mi avevano detto che i primi tre giorni dopo l’intervento sarebbero stati i più dolorosi e così è stato. Ma sto già meglio, faccio le mie passeggiate in città. Milva è una donna forte e se lo merita". Domenica Milva è tornata a casa per la prima volta, e quando ha incontrato Roberta si sono abbracciate. "La vita ti riserva sorprese e doni straordinari – conclude Milva – E vorrei ringraziare anche il reparto di Nefrologia con il dottor La Manna, il dottor Ravaioli e i medici dell’unità trapianti per quanto hanno fatto".