MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Rivolta sulle torrette . I marinai di salvataggio: "No al servizio dimezzato, faremo ricorso al prefetto"

I baywatch riminesi si mobilitano contro la nuova ordinanza della Regione che prevede un addetto ogni 300 metri durante la pausa pranzo "Così si mette a rischio la vita dei bagnanti, meglio issare bandiera rossa".

Rivolta sulle torrette . I marinai di salvataggio: "No al servizio dimezzato, faremo ricorso al prefetto"

La loro battaglia è appena iniziata. E "non ci fermeremo – assicurano – fino a quando i sindaci e la Regione non faranno retromarcia e non capiranno che questo è un autogol per tutta la Riviera". Sono sul piede di guerra gli oltre 300 marinai di salvataggio della provincia di Rimini, dopo che la Regione – in accordo con i Comuni – ha deciso di rivoluzionare il servizio per quest’estate. Il servizio di salvamento andrà garantito anche durante la pausa pranzo, al contrario di quanto accadeva negli anni scorsi quando i baywatch issavano la bandiera rossa dalle 13 alle 14. Come? Dopo il confronto con i sindaci e la Capitaneria di porto, la Regione ha stabilito che tra le 12,30 e le 14,30 ci sarà un bagnino di salvataggio in servizio ogni due torrette. In pratica: dalle 12,30 fino alle 13,30, mentre un addetto farà la pausa pranzo il collega a fianco dovrà sorvegliare la sua zona, e nell’ora successiva si daranno il cambio. Questo in modo tale da non interrompere mai il servizio di soccorso.

Ma i marinai di salvataggio non ne vogliono sapere. "Troppi i rischi, per i bagnanti e per noi stessi. Ve l’immaginate il 15 agosto a Rimini, con tutta la gente che c’è in spiaggia, cosa significa avere soltanto un solo addetto in servizio per un fronte di 300 metri? È una follia pura", attaccano Maurizio Bardeggia e Matteo Angelini, rispettivamente il presidente e il portavoce dell’associazione marinai di salvataggio della provincia di Rimini. Contro la decisione della Regione si era già schierata la Cgil. E i baywatch riminesi, dopo aver già bocciato – pubblicamente – la nuova ordinanza della Regione che prevede la riorganizzazione del servizio, stanno facendo il giro dei sindaci della costa per convincerli a fare dietrofront. "Proprio ieri siamo stati a Misano – dicono Bardeggia e Angelini – Nei prossimi giorni avremo incontri con gli amministratori degli altri Comuni, a partire da Rimini. Non solo: andremo direttamente dal prefetto Rosa Maria Padovano. Non siamo disponibili a lavorare in queste condizioni. Lo diremo a prefetto e anche alla Regione". I bagnini hanno già trattato la questione con Emma Petitti, la presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, e hanno chiesto un incontro all’assessore regionale al turismo Andrea Corsini. "Con la nuova ordinanza facciamo un passo indietro di quasi 40 anni – sottolinea Bardeggia – A noi interessa soltanto la sicurezza dei bagnanti. È evidente che un solo addetto ogni 300 metri è insufficiente... Per potenziare il servizio va aumentato il numero dei marinai". Ecco perché, rilancia Bardeggia "è arrivata l’ora che il servizio di salvataggio venga affidato direttamente ai Comuni, visto che svolgiamo un servizio pubblico".

Come andrà a finire? I marinai di salvataggio sono determinati ad andare avanti nella lotta. E dopo che avranno incontrato il prefetto e le altre istituzioni, se le cose non dovessero cambiare "non ci resterà che una soluzione: issare bandiera rossa nella pausa pranzo". "Chi ha preso questa decisione – attacca Angelini – non si rende conto dei rischi che ci sono per i bagnanti così come per noi. Tant’è che molti colleghi, se non cambierà l’ordinanza, quest’anno sono intenzionati a non lavorare".