ANDREA OLIVA
Cronaca

Ristoratori, boccone amaro: "Bollette e materie prime, aumenti insostenibili"

L’allarme di Callà (Fipe-Confcommercio): "Costi in crescita da un anno e mezzo. Senza politiche per supportare il settore molti locali rischiano di chiudere".

Anche i ristoranti fanno i conti con gli aumenti dei costi energetici (foto di repertorio)

Anche i ristoranti fanno i conti con gli aumenti dei costi energetici (foto di repertorio)

"Stanno arrivando bollette con cifre molto superiori a un anno fa, ma i consumi energetici sono in linea con il passato. È un problema". L’aumento delle bollette di gas ed energia sta facendo venire i brividi anche ai ristoratori, ammette Gaetano Callà, presidente della Fipe Confcommercio. Ed è solo l’ultimo di una serie di "aumenti costanti che stiamo sopportando da oltre un anno e mezzo. Una crescita che non vede fine e che preoccupa". Insomma, se al venerdì o al sabato è difficile trovare un tavolo libero, è anche vero che a conti fatti anche per i ristoratori non è tutto oro quel che luccica. Gas e luce crescono, ufficialmente tra il 2 e il 7%, "ma leggere le bollette e i nuovi contratti è complesso", così arrivano conti pesanti anche perché l’Iva sui prodotti energetici si fa sentire.

"L’aumento di costi energetici – riprende il presidente – non si limita solo alle bollette, ma finisce per interessare diverse voci a partire da quelle alimentari. Le materie prime sono aumentate vertiginosamente, da tempo ormai, e non sono mai scese di prezzo, anzi continuando una costante salita. Inizialmente avevamo visto rincari a 2 cifre per il pescato, ma oggi anche la carne è ormai più cara di un 20%. Tutto cresce". Tant’è che da mesi ormai "ci sono colleghi che introducono il coperto per non ricaricare gli aumenti delle spese sui singoli piatti. Non si può ricaricare tutta la maggiore spesa sul conto dei clienti perché finiremmo per perderli". Intanto si fanno i conti. "In oltre un anno abbiamo visto il costo dei prodotti alimentari aumentare di più del 20 per cento con singoli prodotti arrivati al 30% – spiega Sergio Pioggia, storico ristoratore e titolare della Fattoria del mare –. C’è anche un problema di approvvigionamento di alcuni alimenti, il che fa esplodere i prezzi. Quando ci vediamo tra colleghi l’aria è sempre più pesante. Soprattutto con l’estate, dunque con i turisti, oppure con le fiere e gli eventi, si lavora bene. Ma con l’utenza locale le cose stanno cambiando. Abbiamo notato negli ultimi tempi una diminuzione di prenotazioni".

Così al ristorante alcuni prendono qualche piatto in meno, altri tagliano il numero di pranzi e cene fuori casa. "Servono politiche che tutelino il commercio se non vogliamo che in città chiudano i locali – riprende Callà –. Ma al contrario vediamo come tanti ristoratori debbano sobbarcarsi costi di affitti assurdi. Su questo dovrebbe intervenire anche l’amministrazione comunale con politiche ad hoc per tutelare le imprese commerciali".

Andrea Oliva