Nell’agosto del 2020 nella pizzeria-ristorante ‘La tana marina’ di Viserbella si era scatenando il finimondo. Due famiglie originarie del Senegal, che stavano festeggiando il compleanno di una bambina di 2 anni, si erano messe a discutere furiosamente con il titolare. "Quell’uomo ha preso le ordinazioni, poi si è girato verso un ritratto del Duce appeso al muro, ha teso il braccio per fare il saluto romano e ha detto: ’Scusami Benito’". Questa l’accusa, lanciata il giorno successivo in una denuncia presentata ai carabinieri dalla Adijsam Mbengue, residente a Imola e zia della piccola festeggiata.
Il titolare del ristorante ha sempre negato categoricamente di aver compiuto quel gesto e aver pronunciato quella frase. In tribunale doveva rispondere di "propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa", ma a distanza di tre anni il giudice di Rimini lo ha assolto per via della "particolare tenuità del fatto". L’uomo, difeso dall’avvocato Piero Ippoliti, sarà comunque tenuto – per effetto della sentenza – al risarcimento del danno morale a favore della famiglia senegalese che si era costituita come parte civile nel processo, rappresentata dall’avvocato Maurizio Ghinelli. Il risarcimento è stato quantificato in 2mila euro, ai quali vanno ad aggiungersi circa 3.600 euro per le spese di lite sempre a carico dell’imputato.
Ma dal portafoglio del ristoratore, almeno per ora, potrebbe tuttavia non uscire nemmeno un soldo. Attraverso il suo legale, si è infatti detto pronto ad impugnare la sentenza davanti ai giudici dell’Appello, una volta lette le motivazioni. "Non ho fatto nulla, ho solo avuto un gesto di stizza perché quando la famiglia senegalese è entrata, c’è stata un po’ di confusione nelle ordinazioni – aveva raccontato ai giornali all’epoca dei fatti –. Inoltre non è vero che nel locale c’era la foto di Mussolini affissa, si trattava di un’immagine su una cassa di vini di Predappio". Opposto il parere delle due famiglie senegalesi, che avevano deciso di rivolgersi carabinieri ritendo di essere state vittime di un grave episodio di razzismo e di aver visto chiaramente il titolare compiere il saluto romano, anche se dall’analisi dei filmati delle telecamere interne non è possibile avere la conferma del gesto. "Magari pensavano che non capissimo l’italiano, ma noi siamo italiani: io sono qui da 30 anni, e conosco la storia" era stato lo sfogo di Mbengue in un’intervista al Resto del Carlino. Il proprietario del ristorante in seguito si era scusato con le famiglie di senegalesi ed è possibile che anche questo abbia influito sulla decisione finale del giudice.
Lorenzo Muccioli