Riparte il piano di abbattimento dei cinghiali : "Vietato entrare nelle aree di caccia: è pericoloso"

La Regione concede un mese in più di caccia ai cinghiali in alta Valmarecchia per contrastare la peste suina. Cacciatori e autorità invitano alla massima attenzione durante le battute. La presenza dei cinghiali è in aumento e potenzialmente pericolosa per agricoltori e allevatori.

Riparte il piano di abbattimento dei cinghiali : "Vietato entrare nelle aree di caccia: è pericoloso"

La Regione concede un mese in più di caccia ai cinghiali in alta Valmarecchia per contrastare la peste suina. Cacciatori e autorità invitano alla massima attenzione durante le battute. La presenza dei cinghiali è in aumento e potenzialmente pericolosa per agricoltori e allevatori.

Un mese in più di caccia ai cinghiali, rispetto agli anni passati, in alta Valmarecchia. È la decisione adottata dalla Regione, anche per contrastare il problema della peste suina che sta colpendo tutto il nord Italia. In alta Valmarecchia sono ben 11 le squadre autorizzate all’abbattimento dei cinghiali. Questo fine settimana la caccia ripartirà a pieno ritmo. L’appello di Comuni e aziende faunistiche è di prestare massima attenzione e non superare le recinzioni delle aree di caccia, delimitate anche da appositi cartelli. Nell’area di caccia di Maiolo e Novafeltria i giorni delle battute ai cinghiali sono il giovedì, il sabato e la domenica. "Invitiamo cittadini ed escursionisti a prestare la massima attenzione in questi giorni– dicono dalle aziende faunistiche venatorie – In questo periodo la vegetazione è fitta e la visibilità è difficile".

Negli anni passati il piano di abbattimento dei cinghiali ha raggiunto i 600 capi all’anno, tra la forma ‘braccata’ (caccia collettiva) e quella selettiva. "Il mese in più che ci è stato concesso – dicono i cacciatori – serve per contenere la presenza dei cinghiali: sono in aumento e si spostano in gruppi molto grandi, diventano pericolosi anche per allevatori e agricoltori". Quest’anno "incide molto anche il problema della peste suina. Va tenuto monitorato il territorio. Se venissero create anche qui zone rosse ,come già accaduto nel nord Italia si bloccherebbero tante attività: dagli allevamenti dei suini alla raccolta di funghi e tartufi". Rita Celli