Rimini, 24 gennaio 2019 - Gruppi di storni che sbattono sulle pareti delle case o contro automobili in corsa. Fenomeni insoliti - che evocano gli scenari inquietanti del capolavoro di Hitchcock ‘Gli uccelli’ - quelli accaduti nei giorni scorsi nel primo entroterra riminese. Segnalazioni dalla zona di Vergiano e dintorni. Il primo caso risale a circa una settimana fa.
"Io ero in cantina per fare dei lavoretti domestici – spiega il padrone di casa, la cui abitazione si affaccia sulla via Marecchiese –. Era una bella giornata di sole. A un certo punto mio figlio mi è venuto a chiamare, in modo molto concitato, dicendo che un centinaio di storni si era schiantato contro una delle nostre finestre, che sono piccole, e contro la parete della case. Sul terreno dopo l’impatto c’erano alcuni uccelli, che evidentemente erano solo tramortiti, perché di lì a qualche decina di minuti hanno ripreso il volo".
E’ andata peggio allo stormo che ha centrato un’automobile, tre-quattro giorni fa: «Ero sulla Marecchiese – racconta il conducente – quando il parabrezza è diventato tutto nero. Un gran botto. Mi sono subito fermato perché non vedevo più niente. Dopo ho capito che ero stato centrato da un gruppo di storni. Moltissimi dopo l’impatto, anche per la velocità della macchina sommata alla loro, sono rimasti in terra stecchiti. Il mio parabrezza pieno di sangue e piume. L’ho dovuto ripulire alla meglio, e poi ho portato la macchina a un lavaggio. Incredibile».
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Come ben sanno gli addetti ai lavori, gli storni sono volatili particolarmente ‘acrobatici’, che si producono in spettacolari evoluzioni in 'formazione'. Esibizioni che i cacciatori chiamano ‘moscheggiate’, perché ricordano il flusso delle mosche: a tratti si assottigliano, poi si ricompattano, fanno cabrate improvvise arrivando a sfiorare il terreno. Insomma, la ‘pattuglia acrobatica’ dei volatili di casa nostra. "Stormi che si schiantano contro case e auto? Un fatto anomalo, a meno si trattasse di grandi vetrate che riflettendo il cielo azzurro li hanno ingannati, ma non mi sembra questo il caso – spiega Claudio Arrigoni, Servizio territoriale agricoltura, caccia e pesca della Regione –. Forse era la ‘coda’ del branco che ha... sbagliato manovra. Bisognerebbe però analizzare i corpi per capire se invece si trattava di ucceli malati».