REDAZIONE RIMINI

Rimini città aperta : "Non ci fermiamo mai"

Quarant’anni dopo il libro di Pier Vittorio Tondelli, il sindaco ripercorre la storia culturale di un luogo dalle mille identità e contaminazioni.

Lo scrittore Pier Vittorio Tondelli autore di. ’Rimini’ uscito nel 1985

Lo scrittore Pier Vittorio Tondelli autore di. ’Rimini’ uscito nel 1985

Segue dalla Prima Nei mesi successivi le similitudini furono numerose: Rimini è la nuova Las Vegas, Rimini meglio di Los Angeles, Rimini Gomorra Beach, Rimini come Ouagadougou. Quel 1985 fu lo zenith di una narrazione su Rimini fondamentalmente ‘a specchio’, riflettente cioè qualcosa d’altro. Non era la prima volta. Ricordiamo Rimini, Ostenda d’Italia di inizio Novecento o Rimini come Nizza negli anni Trenta dello scorso secolo, in concomitanza con la realizzazione del lungomare; oppure la Rimini Disneyland tra gli anni Ottanta e Novanta e via via fino ad oggi, nella lettura di alcuni progetti di riqualificazione urbana, il paragone con Miami, con Dubai, con Parigi lungo Senna o la Londra o la Milano City Life. Non ci siamo fatti mancare neanche la summa di tutto questo: Rimini non luogo, il camaleonte che nel vortice di ‘essere altro’ si diluisce nel nulla. E’ chiaro che in questa rappresentazione speculare, che attraversa la storia degli ultimi 100 anni, si mischiano elementi lettarari, artistici e altri motivati da progetti o cambiamenti fisici che la città ha incrociato nel tempo. Mi soffermo su questi ultimi: non bisogna rinunciare a inserire elementi di contemporaneità, presenti in altre parti del mondo, nel tessuto riminese perché magari non rispondono a un presunto genius loci. La capacità di fare propri concetti altrui, ‘masticandoli’ e poi riproponendoli in soluzioni e contesti peculiari ha sempre caratterizzato la nostra storia. Che sia uno slancio intellettuale o creativo o un progetto che ha cambiato la città, quello che conta è che quello slancio o quel progetto appartengono ora tipicamente a Rimini. A proposito di similitudini e metafore, qualcuno ha anche detto che Rimini è una incompiuta. Io preferisco aperta, ancora possibile e non immobile perché Rimini respira con il mondo. E il mondo non sta mai fermo. E’ questa sua capacità di non essere sempre quella a renderla unica. Guardare a quanto accade oltre i nostri confini non è per forza un segno di debolezza. Anche perché passa una netta differenza tra imitazione e interpretazione. Questo è stato nei giorni e nell’estate di Tondelli, in tante altre circostanze precedenti e successive e dovrà essere anche nei giorni e negli anni che abbiamo davanti. Chiuderci al nuovo sarebbe il torto più grande che potremmo fare alla nostra identità. Jamil Sadegholvaad