
Per gli esperti viale Ceccarini deve ritrovare il suo fascino glamour e modaiolo
Un piano di marketing ‘pesante’ da attuare soprattutto sui mercati esteri. Meglio se a farlo sarà una società che racchiude la parte pubblica e quella privata, tradotto una Dmo (Destination management organization). E’ uno degli elementi che emergono dalla corposa documentazione prodotta da Kpmg, il partner scelto dall’amministrazione comunale per la realizzazione del futuro piano di marketing e brand strategy in ambito turistico. Alla società la giunta aveva chiesto di analizzare la situazione di Riccione come località turistica. Uno studio nei dettagli da utilizzare e su cui basare le future scelte in ambito di promo-commercializzazione e azioni in ambito turistico. La relazione è conclusa ed è al vaglio dell’amministrazione comunale. La prossima settimana sarà anche oggetto di un confronto in maggioranza per andare a mettere le basi del futuro piano di marketing.
Diverse le criticità che emergono, molte delle quali conosciute, anche se l’analisi di Kpmg, rivela chi ha avuto modo di leggere la relazione, offre dettagli in grado di centrare meglio le future strategie. Tra le cose che non vanno c’è l’entità e la forza della promo-commercializzazione sui mercati esteri. La presenza di Riccione non è quella ottimale, e questo è un problema perché i bacini turistici a cui attinge la località sono troppo concentrati sull’Italia, in modo particolare la Lombardia, e troppo poco sui mercati esteri. Per crescere bisogna guardare oltre confine, e farlo con gli strumenti giusti. In questo amministratori e politici hanno subito letto: Dmo. Se ne parla da anni, ma poco o nulla si è fatto. La relazione di Kpmg mostra invece come sia necessario un soggetto che metta assieme pubblico e privato, ovvero Comune e club di prodotto ad esempio. Un nuovo soggetto capace di raccogliere risorse per campagne comunicative e commerciali mirate. Ma c’è tanto altro nell’analisi di Kpmg. In primo luogo nell’analisi dei vari turismi che insistono in città c’è una casella mancate alla voce glamour. Su questo la città ha perso il suo smalto, ma la relazione ci dice che per crescere serve un’offerta che interessi anche questa fetta di clientela. Va da sé la necessità di rivedere l’offerta commerciale e lo stesso prodotto turistico con un innalzamento dell’offerta qualitativa e delle strutture ricettive. Non ultima la spiaggia. Al netto delle incertezze sul rinnovo delle concessioni serve un colpo di reni, e il nuovo piano spiaggia dovrà proiettare nel futuro la sabbia di Riccione.
Andrea Oliva