ANDREA OLIVA
Cronaca

Riccionese incontra la regina Elisabetta: "E' gentile come una nonna"

Federica Sanchi a tu per tu con Elisabetta II per la maratona di Londra

Federica Sanchi (con la coppa) all'incontro con la regina Elisabetta

Rimini, 29 aprile 2018 - «La regina è stata gentilissima, come una nonna». Il lato umano e intimo di Elisabetta II che ha accolto a casa propria, il castello di Windsor nelle stanze reali e private dove i curiosi non possono entrare, una delegazione di italiani e inglesi. A essersi trovata a tu per tu con la regina è stata una giovane riccionese, Federica Sanchi, 27 anni appena, e già una vita oltre Manica.

L’occasione, l’anniversario dei 110 anni dalla vittoria di Dorando Pietri nella maratona olimpica di Londra. «Mi sono trovata a gestire un incontro di questa importanza perché di fatto ero l’unica italiana nello staff dell’organizzazione della London Maraton - racconta Federica – e potevo quindi fare da tramite tra la delegazione italiana giunta da Carpi con la coppa vinta da Pietri, e l’entourage reale».

Il principe Carlo chiama 'mummy' la regina. Lo stupore di Elisabetta II

La maratona londinese si è disputata il 22 aprile scorso. Centodieci anni prima, nell’olimpiade disputata a Londra, un coraggioso Dorando Pietri arrivò al traguardo stremato, tanto da esser sorretto dai giudici. In seguito il maratoneta nato a Carpi, nel modenese, si trasferì a lungo nella capitale inglese che lo ha ricordato con un monumento. Una memoria ancora viva, tanto che gli sportivi anglosassoni fanno risalire alla consegna della coppa a Dorando Pietri la nascita dello ‘spirit of London’, ovvero lo spirito che accompagna da oltre un secolo una delle maratone più famose del mondo.

Ieri e oggi: Elisabetta II e Filippo, 70 anni di matrimonio

La storia è ormai divenuta leggenda e quest’anno in occasione dell’anniversario ha visto una delegazione di Carpi composta dal sindaco Bellelli, per l’amministrazione comunale, e da Paola Salati della società sportiva La Patria che custodisce la preziosa coppa in un caveau di una banca, fare rotta sulla ‘City’. Federica si è trovata immersa in un evento storico. Si è trasferita a Londra cinque anni fa subito dopo essersi laureata. E’ graphic designer e lavora nello staff che ha organizzato la maratona. «Ero l’unica di origini italiane, così mi hanno chiesto di organizzare l’incontro».

Il giorno dell’incontro. «Quando sono arrivata al castello di Windsor ero tesissima, ma non tanto per la solennità del luogo quanto perché avevo organizzato l’incontro e il timore che qualcosa andasse storto era fortissimo». Stare al cospetto della regina non capita tutti i giorni, anzi, come le aveva detto la mamma, Morena Gnocco, pochi giorni prima ancora incredula: «Sono occasioni da prender al volo, potrebbero non capitare un’altra volta».

image

Poi il mattino fatidico, con Elisabetta II che ha accolto la delegazione in casa propria fino al giardino dove era stato collocato il pulsantone da premere per far partire ufficialmente la maratona. «Avevo chiesto se c’era un cerimoniale da rispettare – riprende Federica – e mi avevano detto di tenere bene a mente una cosa, l’inchino alla regina. Così mi sono documentata in internet per capire come dovevo fare».

Con la coppa in mano si è presentata davanti a Elisabetta e infine l’inchino, il tutto ripreso dalle telecamere della Bbc che trasmettevano in diretta. «Durante l’incontro la delegazione ha anche donato un cofanetto alla regina. Sopra c’era la foto che ritraeva Pietri e la regina Alessandra. In quel momento la regina si è commossa e ci ha ringraziato, è stata davvero molto gentile, come una nonna». Di ritorno da Windsor le pacche sulle spalle degli amici e colleghi di lavoro si sono sprecate. «Mi hanno detto ‘ora ti manca di incontrare Trump’. Non mi interessa, mi tengo Elisabetta».

image