Apriamo il sipario, il cuore e chiudiamo gli occhi: inizia così la stagione del Teatro della Regina di Cattolica. Il 19 novembre è andato in scena lo spettacolo ‘Aspettando re Lear’, ispirato all’omonima tragedia shakespeariana e all’opera di Beckett ‘Aspettando Godot’, curato da Tommaso Mattei e prodotto dal regista e attore Alessandro Preziosi, accompagnato da Nando Paone, Arianna Primavera, Roberto Manzi e Valerio Ameli.
I personaggi, nelle loro metamorfosi, rappresentano la distruzione psicologica dell’uomo che, accecato dalla sua stessa corona e dalle sue imponenti vesti, considera superficialmente l’amore altrui, tutto è calpestato dall’ego. Tema principale è il rapporto padre-figlio, nelle sue difficoltà e in due situazioni agli antipodi che conducono allo stesso quesito: a pagare le conseguenze della cecità dei padri, devono essere i figli? Ad accompagnare la profondità dell’opera troviamo la stessa scena, caratterizzata dalla firma artistica di Michelangelo Pistoletto, che dona ancor più significato allo spettacolo tramite vestiti e oggetti di scena. L’essenzialità testimonia che la narrazione non ha limiti di spazio e tempo, parla degli uomini di ogni epoca e continente.
La tendenza dell’uomo verso il suo stato naturale è invece sottolineata dalla degradazione degli abiti. Alla fine, tutti scalzi e con le stesse vesti, raggiungono la consapevolezza di essere uguali. I dialoghi tra i personaggi sono avvincenti, accompagnati da rime, riferimenti culturali e risposte calzanti che riportano la follia e i dubbi interiori dell’uomo. La visione di questo spettacolo evidenzia l’importanza di tutti i nostri sensi, anche senza utilizzare gli occhi. L’audiovisione promossa dal Centro Diego Fabbri di Forlì permette la stessa funzione: rendere immagini, effetti e colori attraverso le parole. I temi trattati stimolano la ricerca introspettiva e l’accettazione dell’altro individuo, un falso straniero con cui condividiamo la stessa terra.
Gianluca Leardini,
Anna Scaperrotta
e Viola Valmarana - Classe VS
Liceo Scienze umane Morciano