GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

Botte e rapine, spuntano altri casi

Proseguono le indagini dopo l’arresto dei tre giovani che adescavano le vittime su una chat per incontri gay

Due cesenati finiti nel mirino di una banda stile ‘Arancia meccanica’: arrestati tre giovani del Riminese

Le maschere utilizzate dai tre giovani durante le aggressioni ai danni di uomini adescati in rete

Cesena, 30 novembre 2024 – Ha destato molto scalpore la notizia della presenza in Romagna di una banda di giovani che ha picchiato, sequestrato e rapinato due uomini attirati su una chat per incontri di soli uomini.

Tre ventenni sono finiti in manette per due episodi delittuosi avvenuti a Cesenatico e Longiano, ma presto potrebbero emergere altri casi di aggressioni simili. A colpire è la ferocia e la violenza con cui i tre malviventi, tutti residenti a Rimini, si sono accaniti sulle vittime, in due distinti episodi risalenti all’inizio di novembre, a Cesenatico e Longiano.

I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cesenatico e della locale Stazione, hanno attivato immediatamente le indagini, coordinate dal pm Andrea Marchini della Procura della Repubblica di Forlì-Cesena. La determinazione degli uomini dell’Arma ha consentito di identificare e arrestare i tre rapinatori, che sono un marocchino di 24 anni, un 21enne riminese e un 21enne senegalese, tutti incensurati e residenti a Rimini. E’ una storia di degrado giovanile, maturata in un quartiere popolare di Rimini, dove i tre si conoscono e si frequentano da tempo. Ma fino ad oggi non avevano alcun cun procedimento penale a carico ed erano incensurati.

Nei due casi denunciati, la banda ha agganciato le vittime su una nota ‘app’ di incontri gay e ha fissato gli appuntamenti in luoghi appartati, dove si è presentato uno dei componenti, quello che si fingeva interessato all’incontro, e poi sono entrati in azione i due complici, col volto coperto da maschere, aggredendo l’uomo, sferrandogli colpi in varie parti del corpo, per poi sottrargli il cellulare, il portafogli e la chiave dell’auto, ed immobilizzarlo ai polsi con delle fascette di plastica. Una volta sequestrate e ripulite del portafogli e del denaro che avevano in tasca, le vittime venivano accompagnate in auto a fare dei prelievi di denaro al bancomat e costrette a dare altri soldi agli aguzzini, che poi le lasciavano in strada, minacciandole di morte qualora avessero denunciato la rapina. In un caso la vittima è stata addirittura costretta a fare un bonifico sulla carta ricaricabile di uno dei malviventi. Le accuse sono pesanti, perchè il Pm Marchini contesta i reati di rapina, sequestro di persona e lesioni.

Ieri in tribunale a Forlì c’è stato l’interrogatorio di garanzia, al termine del quale il Gip Ilaria Rosati ha confermato il carcere per il 24enne e gli arresti domiciliari per i due 21enni. Questi ultimi non hanno parlato, mentre il 24enne ha fatto delle ammissioni sulle rapine contestate, ma ha anche parlato di altri colpi messi a segno a Rimini e di altri giovani coinvolti nella banda. Le indagini non si fermano e presto avranno una svolta.

Del resto la banda di rapinatori puntava molto sul fatto che le vittime non sporgessero denuncia per paura e per vergogna, quindi non è da escludere che vi possano essere altri uomini agganciati sulla chat e rapinati. Informazioni utili in tal senso potrebbero arrivare dall’esame dei traffici telefonici dei tre malviventi, ma i carabinieri puntano anche sul fatto che adesso, una volta assicurati alla giustizia i rapinatori, anche altri eventuali vittime possano farsi avanti e denunciare.