GIULIANO
Cronaca

Quelle sirene mi risuonano nelle orecchie

Giuliano

Bonizzato

Speravo di non sentire più l’urlo di quelle sirene. Le maledette sirene della Seconda Guerra mondiale. Ma sono tornate. Alla TV ogni sera, prima dei raid aerei russi. Trascinando con se immagini della mia infanzia che cercavo di dimenticare. Nell’ottobre del 1943 (appena in tempo per evitare il primo dei tanti bombardamenti su Rimini!) la mia famiglia si era trasferita a Bologna ove mio padre, tornato dal fronte siciliano dopo l’armistizio, svolgeva la propria attività di dirigente. Ma sirene urlavano spesso anche qui. E noi, ogni volta, a quel suono continuo, lancinante, correvamo lungo la salita che dalla nostra abitazione di Via Gandino portava a una vasta grotta, adibita a rifugio, posta sul vicino colle dell’Osservanza. L’allarme ululava e le ‘fortezze volanti’ americane passavano, alte, coprendo il cielo di riflessi argentei, dirette verso altri obiettivi… fino a quando, ammucchiati a trenta metri di profondità in quell’antro illuminato fiocamente dalle lampade ad olio, udimmo esplosioni e boati che fecero tremare le pareti. Il bombardamento a tappeto era iniziato da circa dieci minuti quando, irriconoscibile perché coperto di polvere e calcinacci, gli occhi stralunati e un tremore diffuso per tutto il corpo, entrò un ragazzo: -"Fuori è crollato tutto- disse ansimando- sono rimasto sotto le bombe, sono vivo per miracolo!" Poi proruppe in un urlo strozzato:" Non riconoscerete più Via Gandino!". Usciti dalla Grotta ci si presenta infatti uno spettacolo allucinante. Quasi tutte le abitazioni poste dalla parte sinistra della strada, mostrano le stanze dei vari piani in sezione… come nelle case delle bambole. Il babbo aveva cominciato ad allungare il collo sin dall’inizio della discesa. –“Vedo solo il tetto della nostra casa! Almeno quello c’è… Per fortuna c’era anche tutto il resto, a parte i vetri delle finestre infranti e le stanze piene di polvere. Ma le macerie dell'edificio di fronte, invadono anche parte del nostro giardino. E del vicino che si era rifiutato, come spesso faceva , di "correre al rifugio per niente" spunta solo un braccio…Fate tacere quelle sirene.