REDAZIONE RIMINI

Prostituzione e droga nel mirino. Patteggiamenti e condanne per il giro di squillo al Lady Godiva

Due anni e otto mesi in abbreviato per uno degli imputati, mentre in tre si sono accordati sulla pena. Rinviati a giudizio ordinario altri coinvolti. L’ex night di Marina centro era stato sequestrato nel 2018.

Prostituzione e droga nel mirino. Patteggiamenti e condanne per il giro di squillo al Lady Godiva

Il blitz della polizia al ’Lady Godiva’ nel 2018 (. foto d’archivio Migliorini

Non solo patteggiamenti. L’inchiesta ’Privé’, che ha portato alla luce un vasto giro di prostituzione e droga legato all’ex night club ’Lady Godiva’ a Marina centro, continua nelle aule di tribunale. Lì dove nei giorni scorsi il gup Raffaele Deflorio ha ratificato i patteggiamenti già concordati per alcune figure finite al centro dell’inchiesta. Nello specifico, gli accordi tra imputati e pubblica accusa hanno interessato anche l’ex amministratore del Lady Godiva Filippo Catrani che, assistito dall’avvocato Stefano Brandina, ha patteggiato una pena di 3 anni e 3 mesi di reclusione.

Ma giovedì è stata esaminata anche la posizione di altri due imputati ammessi al rito abbreviato. Luciani Rodolfo è stato dichiarato responsabile dei reati a lui ascritti e condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre a una multa di 3.000 euro. Mentre nei confronti di un altro imputato, a processo per spaccio, è stato disposto il non luogo a procedere poiché il reato è estinto per prescrizione. Sono stati invece rinviati a giudizio con rito ordinario altri tre imputati. Uno per il reato di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti; un altro per concorso in sfruttamento della prostituzione e luogo adibito a droga e l’ultimo per la rapina di un orologio di lusso marca Bulgari ai danni di un noto avvocato riminese, emersa nel corso dell’inchiesta madre.

L’inchiesta coordinata dal pm Davide Ercolani è partita nell’autunno del 2016, quando alcuni sospetti su un presunto traffico

di cocaina all’interno del locale, intitolato all’amazzone inglese che cavalcò nuda per il bene del popolo, hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Le indagini si sono concentrate inizialmente sulla rete di spacciatori legata al Lady Godiva, ma presto gli inquirenti hanno scoperto un giro di prostituzione organizzata che coinvolgeva le ballerine del night club, assunte ufficialmente come ’figuranti di sala’, ma di fatto indotte a offrire prestazioni sessuali ai clienti del locale. Gli agenti della squadra mobile, grazie anche all’uso di telecamere nascoste installate all’interno del night, hanno potuto documentare dettagliatamente la natura illecita delle attività che si svolgevano nel locale.

Il blitz della polizia, scattato nel settembre 2018, ha portato al sequestro preventivo del Lady Godiva, dopo che le prove raccolte hanno dimostrato come l’attività di sfruttamento della prostituzione fosse stata gestita sistematicamente all’interno del club. L’inchiesta ha così rivelato un complesso intreccio di relazioni tra italiani e albanesi che si occupavano secondo gli investigatori non solo dello spaccio di stupefacenti, ma anche dell’organizzazione degli incontri tra le ballerine e i clienti, con l’obiettivo di trarne profitto.