REDAZIONE RIMINI

Sesso in strada non è sicuro, prostituta deve pagare la multa

Per la prima volta il giudice civile respinge il ricorso di una lucciola

Una prostituta

Rimini, 5 maggio 2018 - Prostituzione: uno a zero per il Comune. Esulta Palazzo Garampi, per la motivazione con cui il Tribunale civile di Rimini rigettando il ricorso di una lucciola romena per le multe che le erano state inflitte, riconosce per la prima volta «il pregiudizio imminente per la sicurezza e per l’ordine pubblico». Una motivazione che secondo gli amministratori va a rafforzare la nuova ordinanza che tenta di contrastare il fronte dei marciapiedi. «Sulla base dei dati forniti dalle forze di polizia – scrive infatti il giudice – queste attività hanno determinato e continuano a determinare l’incremento di una serie di fenomeni, anche di rilevanza penale, e delle commissione di reati correlati alla prostituzione, quali lo sfruttamento o favoreggiamento, circonvenzione di persone incapaci, adescamento, atti osceni, violenza sessuale, spaccio di droga, invasione di terreni o edifici, danneggiamento, disturbo della quiete pubblica...». Secondo il giudice «l’ordinanza ha, del tutto legittimamente, posto il divieto, temporaneamente limitato e localizzato nelle zone della città specificamente indicate (con riferimento all’ordinanza in questione, datata 2012, ndr) a chiunque di porre in essere comportamenti diretti a offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di saluto allusivo... ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione». 

«Queste motivazioni – commenta l’assessore alla Polizia municipale, Jamil Sadegholvaad – rappresentano un precedente molto importante perchè mai finora era stata messa in rilievo in questo modo la correlazione tra esercizio della prostituzione in strada e problemi di ordine pubblico e sicurezza. Naturalmente nulla è scritto sulla pietra, ma la tenuta dell’ordinanza è sicuramente un elemento solido e imprescindibile nel contrasto alla prostituzione».  Non la pensa così l’avvocato Massimiliano Orrù che di prostitute ne rappresenta parecchie e che considera questa una vittoria di Pirro. «La questione – spiega – è che in questo caso si tratta di una sentenza civile che riguarda la sanzione e non il discorso penale. E quest’ultimo è l’unico strumento che preoccupa veramente la prostituta. Anche se la sanzione ha sicuramente un effetto deterrente per il cliente che piuttosto che montare una causa e rendere tutto pubblico, ovviamente preferisce pagare. Mi piacerebbe sapere dall’assessore quante multe sono state pagate dalle prostitute...». La verità, fa capire, è che il multone per la lucciola è acqua fresca: se non rischia di essere arrestata, se ne frega».