REDAZIONE RIMINI

Profughi nell’ex hotel di Viserba. Magrini: "Multati i gestori del centro. Metà degli ospiti trasferita altrove"

Per Renzi (Fratelli d’Italia) "vanno chiuse tutte le strutture per i migranti nella zona turistica". L’assessore: "Si rivolga direttamente al ministro, è quello che chiediamo anche noi da anni".

L’assessore Juri Magrini

L’assessore Juri Magrini

"Via i profughi dall’ex hotel Grazia di Viserba e dalle altre strutture in zona mare". A chiederlo è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi, con un’interrogazione presentata martedì in consiglio. Un’interrogazione che segue le proteste e la raccolta firme sottoscritta da oltre 250 residenti e operatori di Viserba, e il loro esposto alla Prefettura per segnalare i comportamenti "violenti e minacciosi" dei rifugiati ospiti al Cas dell’ex hotel Grazia.

"La Prefettura ha fatto controlli nella struttura, dopo l’esposto – spiega l’assessore alla sicurezza Juri Magrini – e sono state fatte multe ai gestori del Cas. Inoltre è stata trasferita altrove la metà dei rifugiati". Detto questo, prosegue Magrini, "anziché al sindaco di Rimini Renzi farebbe bene a sollevare la questione rivolgendosi direttamente al ministero dell’Interno e alla Prefettura", ai quali è in capo la gestione dei profughi. "Io stesso – rivela Magrini – ho detto personalmente al ministro, durante un incontro a Bologna con gli amministratori dei comuni capoluogo, come la situazione dei Cas (i Centri di accoglienza straordinaria dei migranti) in fascia turistica a Rimini porti con sè molte, troppe difficoltà. Rimini è una città accogliente, fa ogni giorno la propria parte nel dare asilo ai profughi. Ma dobbiamo sempre tener conto dell’equilibrio che va cercato in una città che vive di turismo e di servizi per il turismo".

Palazzo Garampi lo va ripetendo da anni: aprire centri di accoglienza per i profughi negli hotel o comunque in zona turistica non va bene, né per i turisti né per gli stranieri stessi. "Il sindaco – conclude Magrini – ha già scritto al ministero, chiedendo di non proseguire nell’attività di accoglienza profughi nelle strutture in zona turistica". Che a oggi "sono una decina. Alcune sono state acquistate da società e cooperative che gestiscono l’attività di accoglienza. E questa è un’ulteriore difficoltà".

Manuel Spadazzi