Rimini, 20 marzo 2022 - Un paio di famiglie arrivate nella notte di venerdì "hanno dormito in strada, nella mia macchina e in quella di un amico. Non sapevamo dove sistemarli, non abbiamo trovato posti disponibili". Marta Gladysheva è una delle ucraine di Rimini, in prima linea nell’accoglienza dei connazionali in fuga dalla guerra, e vede nero. "Gli arrivi continuano, costantemente e non riusciamo a trovare un posto per tutti i rifugiati". Nei Cas (i centri di accoglienza straordinaria per i profughi) i profughi accolti fin qui sono un centinaio, su un totale di oltre 3mila. Di questi, più di 500 ancora non si sono registrati in questura per il permesso di soggiorno temporaneo.
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A San Marino il governo ha presentato e approvato un decreto legge che fissa a 300 il numero massimo di profughi sul Titano. A Rimini sono già dieci volte tanto e non se ne vede la fine. Il ’caso Rimini’ preoccupa la Provincia e i Comuni, perché in regione siamo la provincia con il più alto numero di rifugiati ucraini - in rapporto alla popolazione residente - e fin qui l’accoglienza è stata affidata soprattutto a privati e associazioni. Per Patrizia Rinadis, presidente dell’Aia (l’associazione albergatori) di Rimini, "è giusto aprire il cuore e spalancare le porte degli alberghi ai profughi. Ma adesso è necessario, come del resto afferma la stessa prefettura, regolarizzare al più presto i contratti, così come definire un tetto, un numero massimo di persone che le nostre strutture ricettive potranno accogliere". Numero che "spetterà naturalmente alla prefettura definire, ma che non credo si possa andare oltre a quello dei rifugiati già attualmente accolti a Rimini". Anche perché gli hotel di ’Riviera sicura’ da settimane ospitano i profughi, e ancora attendono rimborsi a copertura delle spese, stanno per finire le risorse. "Noi siamo allo stremo – conferma Giusué Salomone, il presidente degli albergatori di ’Riviera sicura’ – Se la prefettura di Rimini non si attiverà, se non ci sarà riconosciuto alcun rimborso economico, presenteremo a giorni un esposto alla Procura".
Non solo. Alcuni albergatori, tra cui Stefano Lanna (titolare del Margherita di Miramare) e altri, stanno pensando a una protesta davanti alla prefettura insieme a Marta Gladysheva e altri volontari ucraini: "Non si possono lasciare donne e bambini a dormire in strada, in stazione, come sta purtroppo accadendo, perché non si trovano posti negli hotel e nei Cas e manca un piano strutturato per accogliere i profughi". Lanna nel suo albergo ospita già 155 rifugiati: "Ho rinunciato ai turisti che avevano già prenotato qui per Pasqua, ad alcuni gruppi di alpini . Ma gli hotel che accolgono i profughi devono avere risposte dalle istituzioni".
Secondo il monitoraggio effettuato da ’Riviera sicura’ (che ha istituito un callcenter che fornisce assistenza e informazioni) "i nuovi arrivi negli ultimi giorni – dice ancora Salomone – si stanno riducendo. Si stima un calo del 70%, rispetto al flussi di una settimana fa". C’è chi, dopo alcuni giorni passati a Rimini, "è ripartito per raggiungere familiari e amici in altre regioni o in altri Paesi europei".
Ma per Marta e altri volontari ucraini "gli arrivi continueranno. Servono fondi e strutture, e serve un piano di accoglienza migliore di quello visto fino a oggi".