REDAZIONE RIMINI

Prezzo imposto per il caffè al bar a San Marino, operatori contro il listino di Stato

L’associazione che riunisce bar, ristoranti e hotel chiede di lasciare libero il mercato: "Così è antieconomico"

A San Marino scoppia la guerra dell'espresso

A San Marino scoppia la guerra dell'espresso

San Marino, 5 ottobre 2024 – Un euro e 20 centesimi per un caffè al banco, 90 centesimi una bottiglietta d’acqua. E questo vale per tutti.

I prezzi di caffè, cappuccini, acqua minerale finiscono nel mirino dell’Usot, l’Unione sammarinese operatori del turismo.

Che tornano a puntare il mirino sul ‘listino caffetteria’.

"Ci troviamo, nonostante siano 5 anni che viene promesso ed evidentemente non mantenuto – scrivono dall’associazione di categoria – a dover sollecitare il governo perché proceda all’eliminazione di una anacronistica e oggi anche estremamente dannosa imposizione di prezzi a bar e ristoranti".

L’ultimo aggiornamento della Commissione Prezzi risale al 2022. "Di quella commissione da anni chiediamo l’abolizione – spiegano dall’Usot – Impone a bar e ristoranti il purtroppo infausto ‘listino caffetteria’.

L’imposizione di prezzi da parte del ‘pubblico’ senza prestare la dovuta attenzione alle dinamiche dei prezzi delle materie prime, caffè in primis, rende antieconomico per bar e ristoranti servire il caffè e tutte le preparazioni a esso collegate ed in generale tutti gli altri prodotti che hanno un prezzo imposto".

Prezzo imposto per il caffè al bar. Operatori contro il listino di Stato
Il Segretario Industria Rossano Fabbri è a capo della Commissione Prezzi

Il caffè verde "oggi costa 245 cents per libbra, il 66% in più rispetto all’anno scorso, e oltre il doppio rispetto a tre anni fa. Questo, in Italia, ha già causato un aumento del 15% del prezzo della tazzina negli ultimi tre anni, portando il costo medio a 1,50 euro, ma le pressioni rialziste potrebbero far lievitare ulteriormente il prezzo fino a 2 euro. Più in generale, è indispensabile lasciare al mercato la determinazione dei prezzi e al consumatore la scelta".

Secondo Usot "le competenze e le capacità di chi lavora, l’ambiente, il servizio, tutte componenti che non solo devono determinare il prezzo ma anche la scelta libera del cliente. Imporre un prezzo senza valutare queste componenti e la diversa qualità del prodotto offerto, non ha senso".

Così, l’associazione bussa alla porta del segretario di Stato all’Industria, Rossano Fabbri che presiede la Commissione prezzi. "Chiediamo di convocarla il prima possibile per procedere alla modifica dei prezzi e avviare il confronto circa l’abolizione definitiva del listino caffetteria".