"Prezzo del carburante alle stelle, batosta da 10mila euro all’anno"

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"È un momentaccio, facciamo fatica a vedere la luce in fondo al tunnel". Marco Pazzini è il presidente territoriale della Fita, la categoria degli autotrasportatori della Cna. Ed è lui stesso un autotrasportatore: sa perfettamente quanto il caro-carburante stia pesando. Oggi è in programma un incontro al ministero dei Trasporti, a cui parteciperanno le associazioni di categoria, proprio per provare a trovare una soluzione a un problema che sta creando gravi difficoltà a un settore cruciale. "Se sono pronto a fermarmi? La questione è duplice: da un lato c’è il risvolto economico, visto che aumentano le spese e i margini si riducono o azzerano con il prezzo del carburante cresciuto di 50 centesimi nel giro di pochi giorni. Chiaramente, se i rincari dovessero continuare, a queste condizioni sarà molto difficile andare avanti. Dall’altro lato – continua Pazzini – ci sono molti dei nostri committenti che sono fermi o che prevedono di fermarsi. Nel settore dei lavori stradali, ad esempio, c’è chi ha scelto di coprire le emergenze ed effettuare solo gli interventi non rinviabili in attesa di tempi migliori". Lo scenario è tutt’altro che roseo, dunque. Cna-Fita ha calcolato il ‘prezzo’ del caro-carburante, al netto di ulteriori rialzi nei prossimi giorni: 10mila euro all’anno per ogni mezzo a gasolio, 20mila per uno a metano. Nel Riminese si contano circa un migliaio di imprese. "Il lavoro sta calando – sottolinea il presidente della Fita – e quando c’è i margini sono ridottissimi. La carenza di materie prime si traduce anche nella riduzione di materiale da consegnare e quindi di viaggi da parte degli autotrasportatori".

Quella di oggi potrebbe essere una giornata importante. "Finora abbiamo affrontato questa situazione con senso di responsabilità. Aspettiamo di capire come andrà l’incontro al ministero prima di prendere una decisione sul da farsi".

"Il caro-carburante è una mazzata sul settore" l’istantanea di Matteo Fabbri, responsabile della Fita-Cna di Rimini. "Qualcuno – dice – ha scelto di fermare i propri mezzi perché si è reso conto di non poter lavorare in queste condizioni. Noi abbiamo delle proposte che vanno dal credito d’imposta, che però non ha un effetto immediato, all’applicazione obbligatoria della tabella ministeriale e all’adeguamento delle tariffe da parte della committenza".

g. c.